Il dovere della memoria è un monito a che le tragedie della storia non si ripetano!
La invocata pacificazione del Paese è scritta nella nostra Costituzione e nel rispetto delle sue leggi non certo, nelle becere falsificazioni e mistificazioni di un revisionismo “buonista” e strisciante, che accreditando una sorta di parificazione tra quanti combatterono per abbattere il nazifascismo e chi ne fu artefice e servo, lasciando il passo e fiancheggiando la inquietante rinascita di gruppi e organizzazioni che, sia simbolicamente sia espressamente, richiamano la loro natura e le loro azioni alle aberranti ideologie fasciste e naziste.
Non ci sono mai stati e non ci sono “conti aperti con la storia” del Movimento partigiano e della Resistenza, che hanno restituito dignità e onore all’Italia con la libertà dalla dittatura e l’approvazione della Costituzione repubblicana dopo vent’anni di fascismo segnati da prepotenze, assassinii, sofferenze, esili, paure e delazioni.
Sono, invece, la disonorevole omertà e colpevole reticenza degli occultatori degli “armadi della vergogna” e i 1200 criminali di guerra italiani impuniti, che hanno continuato ad inquinare la vita della Repubblica e alimentato negazionismi, che sicuramente ancora devono rispondere almeno al giudizio della storia. L’assoluzione delle coscienze non rientra nella sfera delle competenze umane. Il giudizio della storia è responsabilità che rimane nei secoli.
In particolare l'ANPI, ribadisce quanto già dichiarato a proposito dei tragici avvenimenti di Ostra del 1944, conosciuti, documentati e del tutto estranei a fantapolitiche ricostruzioni di un resuscitato atlantismo postbellico, tese ad accreditare divisioni partitiche che, qualora fossero realmente esistite, non avrebbero consentito alla Resistenza di rappresentare la volontà unitaria di comunisti, socialisti, azionisti, laici, democristiani, liberali e dell’insieme del popolo italiano di abbattere il fascismo e cacciare l’invasore tedesco.
L’assassinio dei partigiani Maggini, Brutti e Galassi, per mano di fascisti e ad opera di spie e delatori, rimasto impunito, non potrà essere ulteriormente oltraggiato da “cerimonie” che ostentano una chiara simbologia nazista e fascista e offendono la memoria dei caduti, disonorando la storia del nostro Paese.
Crediamo quindi necessario un rinnovato e straordinario impegno delle istituzioni e di tutte le forze democratiche affinché vengano definitivamente bandite manifestazioni, presidi e analoghe celebrazioni e commemorazioni, oltraggiose di quanti combatterono e diedero la vita per liberare l’Italia dalla dittatura fascista e dall’ occupazione nazista.
L'ANPI, certa dei sentimenti antifascisti e democratici sanciti dalla nostra Costituzione e che devono sempre connotare il ruolo delle nostre Istituzioni, rinnova le richieste di impegno in tale direzione a tutte le rappresentanze istituzionali, ai partiti, alle forze sociali e alla cittadinanza al fine di salvaguardare i valori fondanti la nostra Democrazia.
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