Un
traguardo non scontato quello delle 15 edizioni del Premio Nazionale “Renato
Benedetto Fabrizi”.
Un
riconoscimento nato con l’intento di premiare partigiani e storici locali che
ha invece dimostrato la sua forza e le sue potenzialità valicando i confini
della regione fino a diventare un simbolo del nuovo impegno dell’ANPI nella
trasmissione della memoria e dei valori alle nuove generazioni.
Il
Fabrizi premia infatti quelle personalità
che quotidianamente mettono in atto e danno forma a quei principi e quei valori
che sono pilastri della nostra Carta Costituzionale.
Al centro
dell’impegno che la sezione di Osimo si è assunta con la conferenza
d’organizzazione, tenutasi a fine gennaio, c’è la volontà di ridare voce ad un metodo
differente di fare politica rispetto a quello attuale, basato sul confronto
delle idee e non sulla demonizzazione dell'avversario, su un linguaggio rispettoso dei ruoli e dei
cittadini, tutti nessuno escluso, e soprattutto sul rispetto delle istituzioni repubblicane.
Gli emeriti
di questa 15.ma edizione rappresentano e incarnano al meglio lo slogan che
l’ANPI ha coniato per il 2019 e che campeggia sulle proprie tessere: “l’umanità
al potere”.
Domenica 28
aprile dalle ore 17 saranno con noi sul palco del teatro La Nuova Fenice: Jole
Mancini, Enrico Calamai, Gino Murgi, Ottavia Piccolo, Amnesty International
Italia e i Modena City Ramblers.
Jole
Mancini, partigiana romana, 99 anni, è testimone delle torture perpetrate dai
nazisti ai danni dei carcerati in via Tasso; da 75 anni testimonia con tutte le
proprie forze il valore della libertà e la fermezza della sua scelta di
staffetta di non rivelare i nomi dei suoi compagni, compreso suo marito,
nonostante gli interrogatori che subì da parte di Eric Priebke.
Molti hanno
accomunato la storia di Enrico Calamai a quella di Oskar Schindler: Calamai,
giovane vice console a Buonos Aires durante il golpe di Videla, riuscì, così
come tentò di fare già precedentemente nel Cile di Pinochet, a mettere
in salvo più di trecento perseguitati politici dal regime militare sottraendoli
ai così detti voli della morte, rischiando esso stesso la propria vita.
Gino Murgi è il sindaco di Melissa, comune del
crotonese, già terra di lotte contadine nel lontano 1949 quando i contadini
cominciarono a chiedere il rispetto del provvedimento ministeriale che
assegnava loro parte delle terre incolte dei proprietari latifondisti, pretendendo
solo “pane e lavoro”. Il prezzo pagato
per quelle rivendicazioni fu l’uccisione di tre giovani manifestanti il 30
ottobre ’49 da parte della polizia. E i cittadini odierni di Melissa, che
portano sulle proprie spalle il peso di quella storia, non hanno esitato a
soccorrere, con a capo il loro sindaco, il 10 gennaio scorso, in piena notte,
chi oggi chiede un futuro, proprio come i loro padri anni prima, aiutando un
barcone di curdi che stava affondando davanti le loro coste. A bordo circa 150
persone tra cui alcuni bambini e un neonato di 3 mesi: tutti salvi grazie alla
generosità dei melissesi.
Ottavia Piccolo e i Modena City Ramblers sono i
cantori del nostro tempo, a dimostrazione che i valori e le storie, per non
cadere nell’oblio, hanno bisogno di simboli per essere trasmessi di generazione
in generazione, e quei simboli sono le note delle canzoni dei Modena o il
teatro impegnato della Piccolo.
“Tutti
gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati
di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza.” Questo il primo articolo della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani. Ma questi altri non sono che i principi che sancisce anche la
nostra costituzione e sono quelle stesse motivazioni che spinse Peter Benenson
a fondare nel 1961 Amnesty International, un’associazione che ha quindi radici
comuni con l’ANPI e con tutti coloro che fanno dell’articolo 3 della nostra
Carta la ragione del proprio essere cittadini.
La
conduzione della serata sarà affidata al giornalista, scrittore ed ex inviato
di guerra Pino Scaccia, già emerito dell’edizione 2017. Interventi musicale del
M° Daniele Cecconi.
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