venerdì 18 gennaio 2019

DOCUMENTO PER LA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ANPI DELLA PROVINCIA DI ANCONA


DOCUMENTO PER LA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ANPI DELLA PROVINCIA DI ANCONA

Introduzione

L’Anpi della Provincia di Ancona, in occasione dei lavori del 16° Congresso, aveva espresso la necessità di tenere una Conferenza di Organizzazione, per aggiornare ed adeguare l’Associazione alle modifiche dello scenario nazionale ed internazionale.
In questi mesi abbiamo rivolto particolare attenzione alle ripercussioni degli avvenimenti, in particolare nella nostra Provincia, andando a valutare collettivamente le strade migliori da percorrere alla luce dei mutamenti politici e sociali, al fine di dare pienamente attuazione  al documento congressuale e ai successivi indirizzi programmatici dell’Anpi Nazionale, in un'ottica di rinnovato impegno a difesa della Costituzione, alla sua attuazione e nelle battaglie contro le diseguaglianze, le ingiustizie, le discriminazioni, le violenze, i razzismi, le xenofobie e ogni forma di nuovo e vecchio fascismo.
Per i due anni che ci lasciamo alle spalle, possiamo considerare positivo il bilancio di lavoro della nostra organizzazione che, anche nel duro scontro referendario a difesa della Costituzione, ha saputo salvaguardare la sua identità, la sua unità e la sua autonomia.
Ma le elezioni del 4 marzo 2018 hanno fatto emergere lo smarrimento, lo scoraggiamento e la rabbia prodotti nella coscienza civile dalla lunga crisi economica, dalla polverizzazione dei partiti e da diffusi fenomeni di decadenza del sistema politico e istituzionale. Fenomeni che hanno acuito tensioni e diffidenze verso ogni forma di rappresentanza, percepita come espressione del sistema costituito e hanno spinto per un cambiamento radicale.
L’appello “Mai più fascismi” ha visto unito un ampio fronte democratico guidato dall’Anpi e formato da partiti, associazioni, sindacati e migliaia di cittadini anche nella nostra Provincia. Sono stati organizzati numerosi banchetti ed eventi in tante città, anche se non uniformemente, alcuni Consigli Comunali hanno approvato il testo dell’appello trasformandolo in ordine del giorno; ma, nonostante questa mobilitazione, purtroppo, non è stato possibile raggiungere l’obiettivo di firme che ci si era prefissati.
Il quadro Mondiale / Europeo /Italiano
Lo scenario europeo presenta un agguerrito e composito fronte di forze politiche di ispirazione razzista, neofascista, neonazista, nazionalista. Tali forze, operano con obiettivi, ideali, linguaggi, proposte e pratiche politiche simili, alla ricerca del “capro espiatorio” individuato nella figura del migrante, con la discriminazione verso ogni vera o presunta diversità: i rom e i sinti, gli omosessuali, gli ebrei, gli oppositori politici e verso le conquiste delle donne.  
Etnia, sesso, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali sono oggi diventati la nuova frontiera di un razzismo strisciante, che avvelena la coesione sociale e individua nell'altro il nemico.
La politica economica dell’UE incardinata da anni sul principio dell'austerità, la cultura liberista e gli effetti della grande crisi economica avviatasi dopo il 2007/2008 hanno fatto crescere le povertà e contemporaneamente la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi,  comprimendo e determinando un arretramento delle grandi idee di solidarietà, uguaglianza, libertà e democrazia, bandiere del movimento di Resistenza internazionale, che avevano prevalso in Europa nel secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del nazifascismo. L'UE non è apparsa più come la forma più alta di solidarietà fra popoli e di concerto fra Stati, ma come una delle cause determinanti del generale impoverimento, della crescente esclusione sociale, della riduzione dei diritti.
Sul piano internazionale ci preoccupa il continuo aumento delle esercitazioni militari sul fronte orientale dell'Unione Europea e la crescente tensione che contrappone la NATO alla Russia. Particolarmente preoccupanti sono anche le politiche attuate da Trump che fomenta odio anche in Europa contribuendo all’instaurazione di un ulteriore clima di precarietà e disfacimento.
Non è migliore la situazione in altri Paesi, basta ricordare la recente elezione di Bolsonaro in Brasile che sposta ulteriormente a destra il quadro mondiale, con un grave arretramento da un punto di vista sociale, dei diritti, ambientale e di speranza nel progresso democratico.
Ciclicamente assistiamo ad assalti terroristici che fanno capo a Daesh, la folle organizzazione integralista che da tempo insanguina il mondo intero, disseminando morte in tanti Paesi Europei e non solo, utile strumento per le destre estreme che cavalcano insicurezza e paura, predicando una società chiusa, blindata, e qualsiasi integrazione.
Dopo il caso Traini a Macerata, molteplici sono stati gli atti e gli episodi di aggressioni razziste e xenofobe verificatisi in tutto il territorio nazionale.
Particolarmente inquietanti sono stati gli episodi degli ultimi mesi, alimentati da un clima d'intolleranza e di paura di cui si sono resi protagonisti esponenti di Governo e che hanno trovato il loro culmine, oltre che nel  “sequestro” della nave della Guardia costiera italiana “Diciotti”, in cui sono stati calpestati la Costituzione e il Diritto Internazionale, nell’approvazione del disegno di legge sulla “sicurezza” che cancella il permesso di soggiorno per motivi umanitari,  negando, al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno, la possibilità di iscriversi all'anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli, di conseguenza, di usufruire di un qualsiasi servizio, a cominciare dall'assistenza sanitaria e dalla possibilità di trovare lavoro.
Le scelte politiche dei Governi Italiani degli ultimi anni, condizionate pesantemente dalle politiche neoliberiste europee, hanno progressivamente indebolito il ruolo e l’autorevolezza delle Istituzioni, alimentando ulteriormente il distacco e il senso di sfiducia di tantissimi cittadini.
Questo distacco dalle Istituzioni e un certo disprezzo nei loro confronti a volte lo ritroviamo anche nella nostra associazione, cosa che ci preoccupa e su cui riteniamo importante discutere insieme, in quanto sappiamo tutti dell’importanza di tenere rapporti con esse, anche nei casi in cui siano amministrate da non antifascisti.
Questa escalation xenofoba, razzista ed eversiva, che alimenta e produce paure e insicurezza sociale, va fermata contrastando, in primo luogo, povertà, precarietà e ingiustizie che minano lo stesso assetto democratico del Paese conquistato dai Partigiani con la Resistenza e voluto dai Costituenti della nostra Repubblica.
Per questo, come ci ricorda anche Liliana Segre, dobbiamo chiedere alle istituzioni ed alla classe politica di fare con impegno il proprio dovere e di evitare ogni comportamento ed ogni stile di vita o di linguaggio che possa apparire corrivo con il clima deteriore che va montando. Le leggi che vietano ogni forma di attività e propaganda fascista e che dispongono la chiusura di sedi che sono autentiche scuole di violenza esistono e vanno applicate.
La Provincia di Ancona
Il risultato elettorale delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ci consegna un Paese con la maggioranza dei voti affidata al centro destra, con la lega nord come primo partito della coalizione di destra e il movimento cinque stelle come primo partito in Italia. Tendenzialmente ritroviamo lo stesso dato elettorale anche nella nostra regione e nella nostra provincia, con risultati leggermente più favorevoli al Movimento 5 stelle e ai partiti di centrosinistra rispetto al dato nazionale, ma con risultati locali molto variegati e a volte preoccupanti. Ci preoccupa sicuramente il risultato elettorale della lega nord, ormai ben troppo consolidato anche nella nostra regione.
Fortunatamente, le due formazioni politiche più pericolose casa pound e forza nuova, non sono riuscite ad entrare in parlamento, e nemmeno nei nostri territori hanno ottenuto risultati rilevanti, nonostante una loro maggiore presenza durante gli ultimi mesi.
Come risposta a quanto sta accadendo in Italia e nel mondo, nel 2018 si sono avvicinate all’Anpi nuove persone, in tutte le sezioni abbiamo nuove compagne e nuovi compagni che si iscrivono, le forze sindacali si sono fortemente impegnate sui temi dell’antifascismo e troviamo un’analoga propensione anche in alcune delle forze politiche che abbiamo incontrato. Anche da parte del Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche troviamo una sensibilità ai temi a noi cari.
Abbiamo ripreso anche dei buoni rapporti con la Provincia di Ancona, anche se resta ancora complicato vedere la ripresa di un impegno politico di tale Ente come in precedenza a causa del ruolo marginale assegnato alle Province dopo la riforma che ne impedisce le elezioni da parte dei cittadini.
Ruolo e compiti dell’ANPI
La memoria
Uno dei capitoli principali dell’attività dell’Anpi deve essere la memoria. Infatti è nostro compito statutario quello di “valorizzare in campo nazionale ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria” Ma la memoria deve essere coltivata in più filoni: sicuramente quello delle celebrazioni ufficiali, organizzando convegni, seminari e incontri di approfondimento sui protagonisti e sui fatti della Resistenza, andando a formare i giovani nelle scuole, collaborando con i loro insegnanti.
Nostro compito sarà sempre quello di vigilare e sollecitare che queste iniziative vengano svolte nella loro massima espressione, per evitare che le Istituzioni ed i loro rappresentanti possano sentirsi dispensati dall’adempiere al loro doveroso compito.
E’ necessario continuare a recuperare e conservare le memorie dirette e indirette della Resistenza prima che la generazione che l’ha vissuta scompaia completamente. 
In molti Comuni, inoltre, è necessaria la realizzazione di monumenti e lapidi a ricordo delle Partigiane e dei Partigiani, in quanto la nostra Associazione è convinta di quanto sia importante coltivare la memoria di coloro che hanno dato la vita per gli ideali di libertà e giustizia anche con dei luoghi significativi e riconoscibili.
Molti luoghi della memoria della nostra provincia vanno inoltre recuperati e resi accessibili e visibili alla cittadinanza. Per questo riteniamo utile realizzare un nuovo censimento dei luoghi della memoria aggiornando il lavoro già intrapreso dall’Anpi negli anni scorsi.
La pace
L'Unione Europea ha garantito più di settant'anni di pace fra Paesi del continente, con qualche rara e deprecabile eccezione. Eppure troppe volte Paesi dell'Unione Europea sono stati coinvolti, spesso in prima fila, in guerre d'aggressione nei Paesi del Medio Oriente e dell'Africa. Il ritorno dei nazionalismi allarma, perché nella storia essi hanno spesso causato l'uso della guerra come soluzione delle controversie internazionali. C'è urgente bisogno che l'Europa ritrovi il suo ruolo di attore di pace.
L’Anpi deve riprendere e rilanciare la bandiera della pace sviluppando e consolidando il rapporto con le altre organizzazioni e associazioni a cui ci accomunano valori e sensibilità; “la pace prima di tutto” deve tornare ad essere un impegno quotidiano da coniugare con la solidarietà e il rispetto dei diritti civili.
La nostra adesione all’Università della pace fa parte di questo percorso ma abbiamo altresì bisogno di rendere meno episodici e più organici i rapporti con le altre associazioni e con le organizzazioni sindacali, rilanciando e diventando protagonisti delle attività che svolgono sui territori anche la Consulta per la Pace di Jesi, la Scuola di Pace di Senigallia, la Scuola di pace di Arcevia e la Biblioteca di Pace di Monsano.
L’appuntamento della Marcia della Pace Perugia-Assisi è diventato un’occasione irrinunciabile per far sentire la nostra voce, per contribuire a sensibilizzare e diffondere la cultura della pace, dell'uguaglianza, della solidarietà.
Antifascismo: l’attuazione della Costituzione
L’ANPI da tempo porta avanti una battaglia affinché la Costituzione italiana venga pienamente applicata, affinché questa preziosa miniera di valori e principi democratici, di unità, di realizzazione dei diritti, possa finalmente contribuire alla costruzione di un Paese totalmente libero, rispettoso della dignità delle persone, attento ai bisogni di chi è in difficoltà.
In tutti i nostri Comuni servono azioni concrete da perseguire nella lotta alle forme pericolose di fascismo che stanno rinascendo. Riteniamo che i rituali della memoria che da anni si stanno svolgendo in tutte le nostre comunità siano celebrazioni troppo ingessate e non capaci di coinvolgere pienamente le cittadinanze. Quindi c’è la necessità di affiancare a queste celebrazioni più ufficiali, proposte di eventi più vari e capaci di avvicinare le persone al fine di diffondere i nostri valori come vaccino alla rinascita di ideologie e partiti fascisti.
In tal senso ci impegniamo a sostenere la netta presa di posizione di molti Sindaci del nostro Paese e, nella nostra realtà, dell’ANCI Marche, per chiedere la revisione delle norme discriminatorie e razziste della legge Salvini.
La Scuola e la Formazione
Abbiamo la necessità di essere più presenti nelle scuole per formare le nuove generazioni ai valori costituzionali.
I giovani, e non solo loro, hanno una conoscenza superficiale della storia, anche di quella recente, e, quando anche la studiano a scuola, la vivono come un semplice racconto, comunque distante da loro e dai loro interessi. E’ opportuno, senza nulla togliere alla memoria dei partigiani storici, creare una figura nuova di partigiano, attualizzarne l’immagine, far capire che l’Anpi è oggi l’Associazione che difende la Costituzione che ci hanno lasciato quei Partigiani, di cui essi sono gli eredi, destinati a portare avanti quegli ideali, quei valori in cui i loro padri hanno creduto al punto da sacrificare la loro stessa vita.
Negli ultimi due anni scolastici la collaborazione con le scuole dei Comuni della provincia di Ancona è diventata più organica, grazie all’attuazione del protocollo di intesa tra l’ANPI e il MIUR, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale spesso stimolato ad agire dalla Presidenza del Consiglio Regionale delle Marche e dal tavolo operativo per l’attuazione della Legge Regionale n° 15/13.
Inoltre dall’anno scolastico 2018/2019 siamo accreditati come ente formatore per i docenti presso l’Ufficio Scolastico Regionale con il progetto “44 e dintorni”. Questo corso di formazione è un’ulteriore occasione per potenziare il lavoro fatto con e verso le scuole, rivolgendo una particolare attenzione alla formazione degli/delle insegnanti.
Molto positive sono anche le collaborazioni con le Biblioteche, che oltre ad essere una miniera di informazioni, spesso sono il luogo in cui organizzare presentazioni di libri e incontri di approfondimento.   
Una particolare attenzione dovrà essere dedicata alle attività teatrali, molto diffuse nella nostra provincia e che mettono in scena spettacoli con temi della Resistenza e della Costituzione. Molto importanti e proficui sono stati gli spettacoli messi in scena nelle varie edizioni del “festival del teatro della scuola” di Serra San Quirico dove l’obiettivo dell’educazione alla teatralità nelle scuole non è di formare attori ma esseri umani.
Per gli studenti, attualmente, sono in corso numerosi progetti come “La Costituzione la Nostra casa” (scuola primaria), “L’albero della memoria” (scuola primaria) e “Vivere la Costituzione” (scuola secondaria di Primo grado).
Riteniamo molto utile attivare laboratori di storia con incontri all'interno delle classi e a gruppi dove i ragazzi ricerchino le problematiche legate alla storia recente e le loro implicazioni.
Riteniamo molto importante, inoltre, proseguire l’attività del Corso di Formazione politico culturale per i dirigenti, gli iscritti e per tutti i simpatizzanti della nostra associazione.  Particolare attenzione poi dovrà essere ancora una volta dedicata all’utilizzo dei social network, che sta creando problemi fra i giovani sempre più connessi e isolati, ma soprattutto sta cambiando il modo di relazionarci con gli altri e di far politica. Tutto si riduce troppo spesso solo a slogan, attacchi personali, messaggi falsi, con un linguaggio di basso livello; vengono a mancare qualsiasi approfondimento e conoscenza dei problemi. Saper controllare i social e costruire una fitta rete di followers permette di diffondere messaggi, o di parlare alla gente senza un contraddittorio, spesso puntando sull’insicurezza e fomentando le paure. Si tratterà, anche per noi, quindi, di misurarci maggiormente con modalità espressive e linguaggi diversi, al fine di contrastare derive involutive.
Rapporti con le Amministrazioni Locali
I rapporti con le Amministrazioni locali purtroppo non sono uniformi e ugualmente proficui in tutto il territorio provinciale. Si hanno realtà in cui per storia identitaria e fedeltà agli ideali della Costituzione Repubblicana, gli obiettivi e le proposte sono comuni, comunque allineate su posizioni progressiste, in altre si hanno posizioni antitetiche e scelte inopportune verso temi per noi imprescindibili. In alcune occasioni le nostre iniziative sono disertate dai rappresentanti dei Comuni, segnale evidente della non comprensione della ricchezza di risorse che la nostra Associazione può offrire alla comunità che così rischia di essere dispersa nonostante l’investimento di tante energie.
Ci preoccupa in maniera particolare il tentativo di modifica dello Statuto del Comune di Jesi che va a incidere sui principi fondamentali e cancella la parte che fa riferimento all'antifascismo e alla Resistenza. La nostra richiesta a tutte le Amministrazioni Locali è quella di arricchire gli Statuti dei Comuni con l’integrazione di ulteriori valori che rimandino ai principi fondamentali della Costituzione
Le politiche culturali adottate da alcuni Comuni hanno contribuito a portare a quella “smemoratezza patteggiata”, alla “comunione nella dimenticanza” di cui parla Sergio Luzzato e all’indifferenza verso certe tematiche e valori condivisi dall’ANPI.
Purtroppo, anche in una realtà come la nostra, di consolidate e positive relazioni con le istituzioni locali (Comuni, Provincia e Regione), nel corso degli anni abbiamo dovuto registrare una notevole riduzione, in qualche caso la soppressione, sia dei contributi comunali, motivati dalla compressione delle risorse degli Enti locali, sia di quelli regionali, pure previsti dalla nostra legislazione a sostegno delle iniziative di diffusione della memoria e per l'affermazione dei valori della Resistenza, dell'Antifascismo e dei principi della Costituzione Repubblicana.
E’ evidente che questo fattore ha limitato gli spazi della nostra attività, ma nonostante ciò sono state più di duecento le iniziative promosse in tutta la nostra provincia ogni anno, sia in occasione delle ricorrenze nazionali ma anche per celebrare i Caduti locali, gli eccidi e anche per trattare i temi dell’attualità e della pace.
Bisognerà, comunque, continuare a proporre alle nostre istituzioni locali nuovi progetti e percorsi di conoscenza rivolti ai giovani che hanno bisogno di avvicinarsi e scoprire la storia della Resistenza, i suoi luoghi e quelli delle sofferenze e delle tragedie dei campi di concentramento.
Utile iniziativa per la Provincia di Ancona, ma da estendere anche a tutta la Regione, è il tentativo di stipulare un patto unitario di intenti con il’ANCI da attuare poi in tutti i Comuni, al fine di salvaguardare idealità e pratiche finora condivise nell’organizzazione delle Celebrazioni e degli eventi.
Oggi, fortunatamente, da parte di alcune istituzioni stiamo registrando un risveglio delle ragioni e dei valori dell’Antifascismo a seguito di diffusi e organizzati episodi d’intolleranza, di xenofobia, di aggressioni razziali e di vere e proprie manifestazioni evocative di costumi e simbologie fasciste e naziste.
Non è mai troppo tardi, ma si tratta di recuperare il tempo che ha lasciato seminare i veleni della disuguaglianza, delle ingiustizie e alla fin fine delle guerre tra poveri, mentre le guerre di sterminio imperversano alle nostre porte.

Rapporti con Partiti, Associazioni, Movimenti
Un punto fondamentale da concretizzare e sviluppare nell’ambito delle nostra attività è quello delle collaborazioni. Traendo spunto da quanto sostenuto nel documento del Congresso Nazionale e da quanto emerge nella nostra realtà territoriale, occorre creare ed ampliare rapporti costruttivi con tutte le associazioni democratiche e allacciare i rapporti anche con i movimenti, specialmente se di giovani. Alla base dei nostri rapporti con altre realtà deve esserci comunque la comune matrice dell’antifascismo e della Costituzione.
L’ANPI deve rispondere compatta con voce forte e univoca agli attacchi alla democrazia e ai diritti umani che ultimamente stanno violando i più importanti principi democratici. A questo proposito, riportando una citazione dal documento congressuale “…e poi quando il gioco si fa più duro, maggiori e più unite sono le forze in campo e più risultati si possono ottenere” Questa affermazione è altrettanto valida se vede il rafforzamento delle collaborazioni, ampliando e consolidando la platea dei nostri collaboratori anche per proporre e realizzare insieme tematiche nuove con metodi e linguaggi più attuali ed efficaci.
Abbiamo sempre detto e ribadiamo che l’ANPI non è né un partito né un sindacato e non ha governi “amici”, quindi, non intende invadere ambiti, compiti e responsabilità altrui, ma il suo discrimine è l’Antifascismo e i valori per cui hanno combattuto i Partigiani.
Tutta la CGIL si sta fortemente impegnando sui temi dell’antifascismo e troviamo un’analoga propensione sia negli altri sindacati come la CISL e la UIL, sia nelle forze politiche che abbiamo incontrato nei mesi scorsi, ma è necessario intensificare i rapporti e le relazioni.
Merita un momento di riflessione il fatto che, periodicamente, da alcuni esponenti politici, sono arrivate critiche alla nostra Associazione, giustificabili solo nelle occasioni in cui non siamo stati capaci di divulgare le scelte che sono state fatte. Meno accettabili, però, sono gli attacchi che ci vengono rivolti da chi non ha mai preso la tessera, da chi non la rinnova e da chi si crede di avere l’esclusività del pensiero antifascista. Tanti di questi “leoni da tastiera” non partecipano poi ai nostri numerosi eventi organizzati con continuità in questi anni, eppure, se capita, sono velocissimi ad attaccare pubblicamente la nostra Associazione. Da parte nostra rinnoviamo in ogni caso la disponibilità ad un confronto leale e proficuo da cui si può uscire di certo più arricchiti.
Risultano invece proficui e consolidati i rapporti con l’Arci, Libera, Emergency, Amensty International, Gulliver, Avis, Pro Loco, Italia Cuba, Istituto Gramsci Marche, Associazione Mazziniana, Fondazione Pertini, Centro Studi Calamadrei, SNOQ, Rete degli studenti medi, Movimento Agende Rosse, ATGTP, Bottega del Commercio Equo e Solidale, Gus. Numerosi ulteriori contatti sono tenuti dalle nostre Sezioni nei vari Comuni.

Radicamento sul territorio – apertura sedi – Collaborazione tra sezioni
L’ANPI, per la sua identità e nella sua autonomia, continuerà a svolgere il suo ruolo d’intransigente difesa dei valori e dei principi fondamentali della nostra Costituzione richiamando ad essi le Istituzioni tutte e gli organi dello Stato preposti e presidiando il territorio con un’attiva e costante presenza fatta di iniziative, volantinaggi, banchetti.
Sarà necessario concentrare la nostra attenzione e la nostra attività sul radicamento territoriale, valorizzando, rafforzando ed estendendo anche il rapporto sia con altri soggetti associativi con cui da tempo è avviata una proficua collaborazione, sia con le associazioni di rappresentanza delle comunità straniere presenti nel nostro territorio.
In tanti dei nostri Comuni, anche se con estrema fatica, siamo riusciti ad ottenere delle sedi che devono diventare un centro di promozione di una politica antifascista e un punto di riferimento per i cittadini che condividono questi valori.
Per rendere attiva la partecipazione è necessario rendere effettiva la collaborazione, non solo con associazioni e movimenti, ma anche tra sezioni ANPI per determinare più incidenza sul territorio. E’ fondamentale che si crei una rete tra sezioni, soprattutto a livello provinciale e regionale, ma ovviamente l’interesse è esteso a tutto il territorio nazionale. Purtroppo, a livello locale questa rete non c’è o si realizza solo occasionalmente e debolmente, invece riteniamo opportuno rinsaldare i legami e il confronto su idee e iniziative tra sezioni con modalità che andranno discusse e concordate in sede provinciale.  Il ruolo del provinciale in questo caso è determinante, perché è l’organo che coordina e conosce tutte le sezioni del territorio provinciale ed è il solo che può creare le condizioni affinché le singole sezioni interagiscano tra loro.
I temi da affrontare sono molteplici e in continua evoluzione: per questo occorre essere uniti e compatti e soprattutto in tanti per fronteggiare le nuove sfide politiche e sociali che quotidianamente mettono alla prova la tenuta democratica del nostro Paese e la difesa e il rispetto della Costituzione.
Abbiamo esempi concreti, a questo proposito, di iniziative che hanno avuto un positivo riscontro proprio per come sono state realizzate e organizzate, quindi riteniamo opportuno dare ripetibilità ad eventi che hanno avuto successo in un singolo territorio, replicandolo in altre sezioni ANPI dislocate in città diverse. Questo è possibile se la rete è forte e c’è una costante comunicazione all’interno dei suoi componenti.
L'ANPI è legata al territorio e la nostra presenza, proprio in un territorio "fragile", ci impone di riempirla di significato andando a valorizzare questi luoghi, arricchendoli di eventi-incontri-concerti-momenti di riflessione per attirare la presenza di un mondo che in questo momento viene emarginato o dimenticato, soprattutto il mondo giovanile.
Nelle attività è giusto che l'ANPI ricordi, con le corone, i cippi e i suoi monumenti come Memoria, ma deve essere una Memoria attiva, con una presenza più forte, aprendosi al territorio dove ha la sua sede cittadina, aprendosi ai giovani con iniziative mirate come l’apertura della biblioteca della sede ANPI alle scuole del territorio, o con l’attivazione di un prestito librario con le scuole.
L’associazione: tesseramento - partecipazione - questione economica
In questi ultimi anni l’Associazione ha avuto una profonda trasformazione per l’inevitabile cambio generazionale che ormai ha modificato quasi per intero la sua base associativa, ma il senso di appartenenza che ispira gran parte delle nostre adesioni solo raramente e saltuariamente si traduce in una militanza costante e attiva.
Aver scelto, ormai più di dieci anni fa, l’apertura dell’Associazione agli antifascisti e alle antifasciste, ha consentito un graduale e progressivo cambiamento dei suoi gruppi dirigenti e l’ingresso di un numero non indifferente di giovani, ma è questo un percorso che va ulteriormente coltivato e sostenuto potenziando l’attività di presenza e di formazione con e nelle scuole, nelle università e consolidando i rapporti con associazioni in cui è più marcata la presenza dei giovani.
Quello che purtroppo si lamenta, è la mancanza di partecipazione attiva dei soci nelle decisioni da prendere, nell’organizzazione e nella realizzazione degli eventi.
Altro aspetto negativo, la ancora scarsa presenza dei giovani nell’Associazione. Purtroppo tra i ragazzi, oggi, l’antifascismo non è più percepito come valore condiviso; in alcune realtà,  anzi, essere fascisti è diventata quasi una moda. Gruppi studenteschi e movimenti neofascisti sanno conquistare i giovani che non hanno anticorpi antifascisti, incitano alla violenza sui deboli, sui diversi e si insinuano in scuole e università. Per questo riteniamo prioritario lavorare nelle scuole e con le scuole, approfondire temi quali razzismo, libertà, giustizia, onestà, legalità, democrazia, far conoscere bene i principi della nostra Costituzione.
Il tesseramento in provincia di Ancona ha visto una lieve flessione nel 2017 e una considerevole ripresa nel 2018. Il numero degli iscritti si attesta sulle 1250 unità, con la tendenza ad aumentare. Ma ancona non siamo in grado di essere presenti con nostri soci su tutti i Comuni della nostra provincia.
Sapendo di poter contare esclusivamente sul generoso impegno del nostro volontariato, ci aspettano mesi impegnativi e dobbiamo chiederci se la nostra organizzazione è pronta e attrezzata, se la nostra attività è adeguata per il tempo che abbiamo di fronte.
E’ fondamentale investire nel tesseramento sia per la crescita dell’organizzazione, per la sua diffusione e il radicamento territoriale, sia per l’acquisizione di quelle risorse finanziarie indispensabili a garantire attività e autonomia, tanto più nel mutato scenario politico e istituzionale.
Va tenuto presente che se da una parte, il tesseramento segnala la richiesta di adesione come fatto importante, momento di appartenenza a valori imprescindibili, dall'altra, in genere, non produce una partecipazione attiva degli aderenti; la presenza dei soci è visibile solo in alcune manifestazioni o eventi, l’entusiasmo iniziale raramente si trasforma in militanza. Anche la presenza dei giovani stenta ad emergere, e a volte rischia di essere una presenza formale. L'Associazione dovrebbe poter contare sulla presenza dei giovani in modo costante ed assiduo. Per questo dobbiamo cercare contatti frequenti con il mondo giovanile, ponendoci principalmente in ascolto del loro modo di dialogare e comunicare.
La conferenza di organizzazione sarà anche l’occasione per formalizzare il coordinamento delle donne dell’Anpi della Provincia di Ancona.
Per quanto riguarda la comunicazione è necessario migliorare la diffusione delle notizie e degli eventi sia all’interno della nostra associazione, sia verso i nostri simpatizzanti. Da migliorare sicuramente resta il rapporto con la nostra rivista nazionale Patria Indipendete in modo da interagire più costantemente e proficuamente. Vanno potenziate inoltre le nostre mail list e la sinergia nell’utilizzo delle pagine social del Comitato Provinciale e delle Sezioni.
Dal punto di vista economico gli ultimi due anni hanno visto la chiusura del bilancio provinciale consultivo in attivo, ma persiste la forte difficoltà a reperire fondi e risorse per finanziare l’attività dell’Associazione.
Resta ancora da pagare una parte del debito con l’ANPI Nazionale, anche se l’importo è stato significativamente ridotto.
Sarebbe utile attivare un gruppo di lavoro che si occupi insieme al tesoriere provinciale e ai tesorieri delle sezioni di reperire i fondi per tutta l’Associazione, sia nelle modalità tradizionali del tesseramento e delle sottoscrizioni ma anche individuando nuove forme come il crowfounding, la realizzazione di gadget o pubblicazioni. Tale gruppo di lavoro, inoltre, potrebbe essere da supporto alle sezioni per compilare i bilanci e preparare la rendicontazione per la Regione Marche che ogni anno è necessario presentare.
Si tratta inoltre di affrontare il tema delle risorse necessarie all’apertura della sede provinciale attualmente coperte dalla sezione di Ancona.
E’ ancora in corso l’inventario patrimoniale e di tutte le pubblicazioni di cui dispone il Comitato Provinciale dell’ANPI di Ancona.
Inoltre un’ulteriore impellenza è quella di eleggere la Commissione di garanzia, dato che nello scorso congresso non era stato fatto.
Forum permanente tra le Associazioni Antifasciste e partigiane e gli istituti di storia presenti ed operanti nelle citta’ adriatiche e ioniche
Il Forum ha lo scopo di costruire e sviluppare la cultura dell’antifascismo, della democrazia e della pace tra le genti, in primo luogo tra le nuove generazioni che abitano il bacino adriatico-ionio. Tale compito diventa particolarmente importante oggi alla luce del complesso quadro Europeo già trattato prima.
Il Forum antifascista, purtroppo, non si riunisce da numerosi mesi e per questo abbiamo sollecitato più volte la richiesta della convocazione almeno dei soci fondatori Italiani per fare il punto della situazione e valutare la composizione di nuovi progetti e il reperimento dei finanziamenti necessari.
L’importante convegno internazionale “Essere antifascisti oggi in Europa” ha dato l’occasione per riattivare alcuni dei contatti del Forum Antifascista, dal documento finale delle due giornate di incontro è ben evidente la necessità di riprendere l’attività di relazioni con costanza anche attraverso nuove forme di incontro,non solo in vista delle Elezioni Europee, ma come strumento per rispondere ai nuovi fascismi di tutta Europa.
Per questo motivo riteniamo opportuno valutare la costituzione di un nostro gruppo di lavoro che ricostruisca l’attività svolta al fine di riprendere il dialogo con le Associazioni fondatrici, e riavviare le attività.
Istituto di Storia
L'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nelle Marche (Istituto Storia Marche) è un centro studi di Storia contemporanea costituito ad Ancona nel 1970 e associato all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.
Purtroppo negli ultimi due anni i rapporti con l’Istituto di Storia si sono limitati al reciproco scambio di inviti agli eventi ed è venuta a mancare la fattiva collaborazione che aveva caratterizzato gli anni precedenti, che si rende necessario riattivare.
Istituto Cervi
In Provincia di Ancona attualmente si sono ridotti a 6 i Comuni (Arcevia, Camerata Picena, Chiaravalle, Montecarotto, Montemarciano, Senigallia) che aderiscono all’Istituto Cervi.
Nel settembre 2017 la Giunta del Comune di Jesi ha deliberato il recesso dall'Istituto Cervi a cui aveva aderito nel 2006.  Oltre al netto messaggio politico, vista l'importanza che l'Istituto Cervi ricopre nel panorama culturale del nostro Paese, correlato alla memoria storica del secondo dopoguerra e alla valorizzazione della Resistenza, tutti valori affini alla storia di Jesi, è stato  evidente l’ intento di minare l'unità fra le Associazioni locali in considerazione del fatto che il Comune ha trasferito le risorse per l’adesione al Cervi alla Consulta per la Pace. L’ ANPI, in collaborazione con le altre voci dell’antifascismo, ha provato a scongiurare questa decisione: in accordo con il nostro Coordinatore Regionale è stato chiesto alle forze politiche di opposizione del Consiglio Comunale di Jesi di portare la questione in Consiglio Comunale, ma neppure ulteriori incontri con l’ANPI provinciale e regionale hanno portato l’Amministrazione  a riconsiderare la scelta.  
A partire dalla provincia di Ancona e dai Comuni aderenti, vanno riprese le iniziative e le collaborazioni con l’Istituto Cervi sia con la riproposizione delle “pastasciutte antifasciste” sia con l’organizzazione di eventi, iniziative e collaborazioni.
Musei della Resistenza
Vanno riattivate le collaborazioni con i Musei della provincia di Ancona in particolar modo con il Museo della Resistenza di Falconara e con quello di Offagna.
Eventi provinciali
Gli ultimi due anni hanno visto consolidarsi quattro eventi a grande partecipazione e di grande rilevanza per la nostra provincia: si tratta del Treno della memoria (Anpi Marche), delle “Pastasciutta antifascista”, del Premio Nazionale ANPI Fabrizi e “Scriviamo la Liberazione”
Il Premio Nazionale Fabrizi, giunto alla sua quindicesima edizione, merita particolarmente attenzione perché si tratta di un’iniziativa di tipo culturale di valore nazionale. Le personalità da premiare sono concordate dalla Sezione Anpi di Osimo, con il Comitato Provinciale dell’Anpi di Ancona e con la Segreteria nazionale. Nell’ultima edizione, considerato il rilievo dell’evento, è emersa l’opportunità di procedere alla istituzione di un comitato scientifico, a supporto dell’organizzazione, che si occupi della formulazione delle proposte meritevoli di premiazione.
“Scriviamo la Liberazione” giunge quest'anno alla quattordicesima edizione. Fin dall'inizio ha avuto sempre un grande e sorprendente successo. La scrittura cooperativa è la somma virtuosa e qualitativa delle scritture individuali ed è in grado di comunicare efficacemente – intorno ad argomenti di comune interesse – un forte senso di appartenenza e riconoscimento: in questo caso, a partire da materiali di documentazione storica e attraverso le testimonianze, le riflessioni, le interpretazioni e i sogni dei presenti, si potrà giungere ad una narrazione condivisa che restituisce la pienezza e il calore dei significati attribuiti al luogo  (Memoriale dell'Eccidio di Monte Sant'Angelo) e alla ricorrenza.(la festa nazionale della Liberazione), oltre le ritualità e le formalità.
L’insieme di tali eventi deve entrare a far parte del calendario di tutta l’organizzazione, appuntamenti fissi per i quali l’Associazione deve lavorare congiuntamente per la loro promozione e come occasione di promozione dell ‘ANPI.
Obiettivi
Per questo l’ANPI dovrà sempre più coniugare l’azione volta a salvaguardia della Memoria con i temi dell’oggi che richiamano in primo luogo il bisogno di una piena attuazione dei principi di giustizia, uguaglianza, libertà e democrazia, alla base della nostra Costituzione.
In particolare, riteniamo che vada richiamata una seria attuazione, e non certo l’abrogazione auspicata dal ministro Fontana, delle leggi Scelba e Mancino che, nel nostro ordinamento, in attuazione della Costituzione, vietano non solo la ricostituzione del partito fascista, ma sanzionano anche l'utilizzo delle sue simbologie, così come condannano gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista, aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali.
A tal fine, insieme alle importanti iniziative dei Comuni, assunte su sollecitazione dell’ANPI, ampiamente diffuse nella nostra realtà, che hanno vietato la concessione di spazi pubblici a soggetti che più o meno esplicitamente si richiamano a tali ideologie, a fronte di palesi violazioni in luoghi pubblici di queste disposizioni, è necessaria una più puntuale azione di controllo e d’intervento da parte degli organi preposti (Prefetture, Polizia distato, Vigili Urbani, etc.). 
Questo anche per quanto riguarda la diffusione d’iniziative cosiddette di “sorveglianza” del territorio”, va sottolineato con chiarezza che le ronde contro gli immigrati, gli ambulanti, le prostitute, i parcheggiatori abusivi sono illegali perché violano quanto previsto dalla legge in merito alla pubblica sicurezza.
Le imminenti Elezioni europee saranno l’occasione, anche nei nostri territori per organizzare incontri in cui approfondire il tema dell’UE e chiedere una profonda svolta di politica economica e sociale che ponga al centro il lavoro e un nuovo welfare, affinché l'Europa torni ai suoi valori fondativi, in primo luogo l'antifascismo, e rilanci in chiave attuale i principi costitutivi, a cominciare dai diritti umani. Occorre, in concreto, una politica comune che incentivi il lavoro e gli investimenti, contrasti la disoccupazione e la povertà, redistribuisca il reddito, ricostruisca il welfare e contrasti senza quartiere ogni forma di discriminazione razziale e xenofoba, di fascismo e neofascismo, di nazionalismo, di oscurantismo.
I problemi da affrontare oggi richiedono sempre di più uno sforzo comune per far fronte alle sfide che la società e la politica ci pongono, per tenere alta l’attenzione sui diritti umani e sul rispetto delle persone, per incentivare il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, per costruire una società più giusta, un mondo migliore per tutti. Occorre poi l'intransigente opposizione a qualsiasi forma di negazionismo: della Shoah, del Porajmos e di tutti gli stermini nei lager di slavi, omosessuali, prigionieri politici, testimoni di Geova, Pentecostali, prigionieri di guerra, mulatti, disabili, malati di mente.
Citando Carlo Smuraglia: “Un Paese che ha subito più di vent’anni di dittatura , con tutto quel che segue, dovrebbe essere profondamente antifascista, E tale è l’indirizzo complessivo della nostra Carta Costituzionale. Non è così. C’è dunque ancora molto da fare per ottenere che tutti sappiano cosa è stato il fascismo, che cosa è stata la Resistenza e perché non è possibile vedere ancora in azione movimenti che si ispirano al fascismo. A questo impegno bisogna aggiungere quello perché lo Stato diventi realmente democratico e antifascista; un’azione che va condotta con insistenza, fermezza, con gli organi dello Stato, con i Sindaci, con i Presidenti di Regione, con tutto l’apparato pubblico”.

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