DOCUMENTO
PER LA CONFERENZA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ANPI DELLA PROVINCIA DI ANCONA
Introduzione
L’Anpi della Provincia di
Ancona, in occasione dei lavori del 16° Congresso, aveva espresso la necessità
di tenere una Conferenza di Organizzazione, per aggiornare ed adeguare l’Associazione
alle modifiche dello scenario nazionale ed internazionale.
In questi mesi abbiamo
rivolto particolare attenzione alle ripercussioni degli avvenimenti, in
particolare nella nostra Provincia, andando a valutare collettivamente le
strade migliori da percorrere alla luce dei mutamenti politici e sociali, al
fine di dare pienamente attuazione al documento
congressuale e ai successivi indirizzi programmatici dell’Anpi Nazionale, in
un'ottica di rinnovato impegno a difesa della Costituzione, alla sua attuazione
e nelle battaglie contro le diseguaglianze, le ingiustizie, le discriminazioni,
le violenze, i razzismi, le xenofobie e ogni forma di nuovo e vecchio fascismo.
Per i due anni che ci
lasciamo alle spalle, possiamo considerare positivo il bilancio di lavoro della
nostra organizzazione che, anche nel duro
scontro referendario a difesa della
Costituzione, ha saputo salvaguardare la sua identità, la sua unità e la
sua autonomia.
Ma le elezioni del 4 marzo 2018 hanno fatto emergere lo smarrimento, lo
scoraggiamento e la rabbia prodotti nella coscienza civile dalla lunga crisi
economica, dalla polverizzazione dei partiti e da diffusi fenomeni di decadenza
del sistema politico e istituzionale. Fenomeni che hanno acuito tensioni e
diffidenze verso ogni forma di rappresentanza, percepita come espressione del
sistema costituito e hanno spinto per un cambiamento radicale.
L’appello “Mai più fascismi” ha visto unito un
ampio fronte democratico guidato dall’Anpi e formato da partiti, associazioni,
sindacati e migliaia di cittadini anche nella nostra Provincia. Sono stati
organizzati numerosi banchetti ed eventi in tante città, anche se non
uniformemente, alcuni Consigli Comunali hanno approvato il testo dell’appello
trasformandolo in ordine del giorno; ma, nonostante questa mobilitazione,
purtroppo, non è stato possibile raggiungere l’obiettivo di firme che ci si era
prefissati.
Il
quadro Mondiale / Europeo /Italiano
Lo scenario europeo presenta
un agguerrito e composito fronte di forze politiche di ispirazione razzista,
neofascista, neonazista, nazionalista. Tali forze, operano con obiettivi,
ideali, linguaggi, proposte e pratiche politiche simili, alla ricerca del
“capro espiatorio” individuato nella figura del migrante, con la discriminazione
verso ogni vera o presunta diversità: i rom e i sinti, gli omosessuali, gli
ebrei, gli oppositori politici e verso le conquiste delle donne.
Etnia, sesso, lingua,
religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali sono oggi
diventati la nuova frontiera di un razzismo strisciante, che avvelena la
coesione sociale e individua nell'altro il nemico.
La politica economica
dell’UE incardinata
da anni sul principio dell'austerità, la cultura liberista e gli effetti della
grande crisi economica avviatasi dopo il 2007/2008 hanno fatto crescere le
povertà e contemporaneamente la concentrazione di ricchezza nelle mani di
pochi, comprimendo e determinando un
arretramento delle grandi idee di solidarietà, uguaglianza, libertà e
democrazia, bandiere del movimento di Resistenza internazionale, che avevano
prevalso in Europa nel secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del nazifascismo. L'UE
non è apparsa più come la forma più alta di solidarietà fra popoli e di
concerto fra Stati, ma come una delle cause determinanti del generale
impoverimento, della crescente esclusione sociale, della riduzione dei diritti.
Sul piano internazionale ci preoccupa
il continuo aumento delle esercitazioni militari sul fronte orientale
dell'Unione Europea e la crescente tensione che contrappone la NATO alla
Russia. Particolarmente preoccupanti sono anche le politiche attuate da Trump
che fomenta odio anche in Europa contribuendo all’instaurazione di un ulteriore
clima di precarietà e disfacimento.
Non è migliore la situazione
in altri Paesi, basta ricordare la recente elezione di Bolsonaro in Brasile che
sposta ulteriormente a destra il quadro mondiale, con un grave arretramento da
un punto di vista sociale, dei diritti, ambientale e di speranza nel progresso
democratico.
Ciclicamente assistiamo ad assalti terroristici che fanno capo a
Daesh, la folle organizzazione integralista che da tempo insanguina il mondo
intero, disseminando morte in tanti Paesi Europei e non solo, utile strumento
per le destre estreme che cavalcano insicurezza e paura, predicando una società
chiusa, blindata, e qualsiasi integrazione.
Dopo il caso Traini a Macerata, molteplici sono stati gli atti e gli
episodi di aggressioni razziste e xenofobe verificatisi in tutto il territorio
nazionale.
Particolarmente inquietanti
sono stati gli episodi degli ultimi mesi, alimentati da un clima d'intolleranza
e di paura di cui si sono resi protagonisti esponenti di Governo e che hanno
trovato il loro culmine, oltre che nel
“sequestro” della nave della Guardia costiera italiana “Diciotti”, in
cui sono stati calpestati la Costituzione e il Diritto Internazionale, nell’approvazione
del disegno di legge sulla “sicurezza” che cancella il permesso di soggiorno
per motivi umanitari, negando,
al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno, la possibilità di
iscriversi all'anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli, di
conseguenza, di usufruire di un qualsiasi servizio, a cominciare
dall'assistenza sanitaria e dalla possibilità di trovare lavoro.
Le scelte politiche dei
Governi Italiani degli ultimi anni, condizionate pesantemente dalle politiche
neoliberiste europee, hanno progressivamente indebolito il ruolo e
l’autorevolezza delle Istituzioni, alimentando ulteriormente il distacco e il senso
di sfiducia di tantissimi cittadini.
Questo distacco dalle
Istituzioni e un certo disprezzo nei loro confronti a volte lo ritroviamo anche
nella nostra associazione, cosa che ci preoccupa e su cui riteniamo importante
discutere insieme, in quanto sappiamo tutti dell’importanza di tenere rapporti
con esse, anche nei casi in cui siano amministrate da non antifascisti.
Questa escalation xenofoba,
razzista ed eversiva, che alimenta e produce paure e insicurezza sociale, va
fermata contrastando, in primo luogo, povertà, precarietà e ingiustizie che
minano lo stesso assetto democratico del Paese conquistato dai Partigiani con
la Resistenza e voluto dai Costituenti della nostra Repubblica.
Per questo, come ci ricorda anche
Liliana Segre, dobbiamo chiedere alle istituzioni ed alla classe politica di fare
con impegno il proprio dovere e di evitare ogni comportamento ed ogni stile di
vita o di linguaggio che possa apparire corrivo con il clima deteriore che va
montando. Le leggi che vietano ogni forma di attività e propaganda fascista e
che dispongono la chiusura di sedi che sono autentiche scuole di violenza
esistono e vanno applicate.
La
Provincia di Ancona
Il risultato elettorale
delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 ci consegna un Paese con la
maggioranza dei voti affidata al centro destra, con la lega nord come primo
partito della coalizione di destra e il movimento cinque stelle come primo
partito in Italia. Tendenzialmente ritroviamo lo stesso dato elettorale anche
nella nostra regione e nella nostra provincia, con risultati leggermente più
favorevoli al Movimento 5 stelle e ai partiti di centrosinistra rispetto al
dato nazionale, ma con risultati locali molto variegati e a volte preoccupanti.
Ci preoccupa sicuramente il risultato elettorale della lega nord, ormai ben
troppo consolidato anche nella nostra regione.
Fortunatamente, le due
formazioni politiche più pericolose casa pound e forza nuova, non sono riuscite
ad entrare in parlamento, e nemmeno nei nostri territori hanno ottenuto
risultati rilevanti, nonostante una loro maggiore presenza durante gli ultimi
mesi.
Come risposta a quanto sta
accadendo in Italia e nel mondo, nel 2018 si sono avvicinate all’Anpi nuove
persone, in tutte le sezioni abbiamo nuove compagne e nuovi compagni che si
iscrivono, le forze sindacali si sono fortemente impegnate sui temi
dell’antifascismo e troviamo un’analoga propensione anche in alcune delle forze
politiche che abbiamo incontrato. Anche da parte del Presidente dell’Assemblea
legislativa delle Marche troviamo una sensibilità ai temi a noi cari.
Abbiamo ripreso anche dei
buoni rapporti con la Provincia di Ancona, anche se resta ancora complicato vedere
la ripresa di un impegno politico di tale Ente come in precedenza a causa del
ruolo marginale assegnato alle Province dopo la riforma che ne impedisce le
elezioni da parte dei cittadini.
Ruolo
e compiti dell’ANPI
La
memoria
Uno dei capitoli principali
dell’attività dell’Anpi deve essere la memoria.
Infatti è nostro compito statutario quello di “valorizzare in campo nazionale
ed internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà
dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e
perpetuarne la memoria” Ma la memoria deve essere coltivata in più filoni:
sicuramente quello delle celebrazioni
ufficiali, organizzando convegni, seminari e incontri di approfondimento
sui protagonisti e sui fatti della Resistenza, andando a formare i giovani
nelle scuole, collaborando con i loro insegnanti.
Nostro compito sarà sempre
quello di vigilare e sollecitare che queste iniziative vengano svolte nella
loro massima espressione, per evitare che le Istituzioni ed i loro
rappresentanti possano sentirsi dispensati dall’adempiere al loro doveroso
compito.
E’ necessario continuare a recuperare e conservare le memorie dirette
e indirette della Resistenza prima che la generazione che l’ha vissuta
scompaia completamente.
In molti Comuni, inoltre, è
necessaria la realizzazione di monumenti
e lapidi a ricordo delle Partigiane e dei Partigiani, in quanto la nostra Associazione
è convinta di quanto sia importante coltivare la memoria di coloro che hanno
dato la vita per gli ideali di libertà e giustizia anche con dei luoghi
significativi e riconoscibili.
Molti luoghi della memoria
della nostra provincia vanno inoltre recuperati e resi accessibili e visibili
alla cittadinanza. Per questo riteniamo utile realizzare un nuovo censimento dei luoghi della memoria aggiornando
il lavoro già intrapreso dall’Anpi negli anni scorsi.
La
pace
L'Unione Europea ha
garantito più di settant'anni di pace fra Paesi del continente, con qualche
rara e deprecabile eccezione. Eppure troppe volte Paesi dell'Unione Europea
sono stati coinvolti, spesso in prima fila, in guerre d'aggressione nei Paesi
del Medio Oriente e dell'Africa. Il ritorno dei nazionalismi allarma, perché
nella storia essi hanno spesso causato l'uso della guerra come soluzione delle
controversie internazionali. C'è urgente bisogno che l'Europa ritrovi il suo
ruolo di attore di pace.
L’Anpi deve riprendere e
rilanciare la bandiera della pace sviluppando e consolidando il rapporto con le
altre organizzazioni e associazioni a cui ci accomunano valori e sensibilità; “la
pace prima di tutto” deve tornare ad essere un impegno quotidiano da coniugare
con la solidarietà e il rispetto dei diritti civili.
La nostra adesione all’Università della pace fa parte di
questo percorso ma abbiamo altresì bisogno di rendere meno episodici e più
organici i rapporti con le altre associazioni e con le organizzazioni
sindacali, rilanciando e diventando protagonisti delle attività che svolgono
sui territori anche la Consulta per la Pace di Jesi, la Scuola di Pace di
Senigallia, la Scuola di pace di Arcevia e la Biblioteca di Pace di Monsano.
L’appuntamento della Marcia della Pace Perugia-Assisi è
diventato un’occasione irrinunciabile per far sentire la nostra voce, per
contribuire a sensibilizzare e diffondere la cultura della pace,
dell'uguaglianza, della solidarietà.
Antifascismo:
l’attuazione della Costituzione
L’ANPI da tempo porta avanti
una battaglia affinché la Costituzione italiana venga pienamente applicata,
affinché questa preziosa miniera di valori e principi democratici, di unità, di
realizzazione dei diritti, possa finalmente contribuire alla costruzione di un
Paese totalmente libero, rispettoso della dignità delle persone, attento ai
bisogni di chi è in difficoltà.
In tutti i nostri Comuni
servono azioni concrete da perseguire nella lotta alle forme pericolose di
fascismo che stanno rinascendo. Riteniamo che i rituali della memoria che da
anni si stanno svolgendo in tutte le nostre comunità siano celebrazioni troppo
ingessate e non capaci di coinvolgere pienamente le cittadinanze. Quindi c’è la
necessità di affiancare a queste celebrazioni più ufficiali, proposte di eventi
più vari e capaci di avvicinare le persone al fine di diffondere i nostri
valori come vaccino alla rinascita di ideologie e partiti fascisti.
In tal senso ci impegniamo a
sostenere la netta presa di posizione di molti Sindaci del nostro Paese e,
nella nostra realtà, dell’ANCI Marche, per chiedere la revisione delle norme
discriminatorie e razziste della legge Salvini.
La
Scuola e la Formazione
Abbiamo la necessità di
essere più presenti nelle scuole per formare le nuove generazioni ai valori
costituzionali.
I giovani, e non solo loro,
hanno una conoscenza superficiale della storia, anche di quella recente, e,
quando anche la studiano a scuola, la vivono come un semplice racconto,
comunque distante da loro e dai loro interessi. E’ opportuno, senza nulla togliere
alla memoria dei partigiani storici, creare una figura nuova di partigiano,
attualizzarne l’immagine, far capire che l’Anpi è oggi l’Associazione che
difende la Costituzione che ci hanno lasciato quei Partigiani, di cui essi sono
gli eredi, destinati a portare avanti quegli ideali, quei valori in cui i loro
padri hanno creduto al punto da sacrificare la loro stessa vita.
Negli ultimi due anni
scolastici la collaborazione con le scuole dei Comuni della provincia di Ancona
è diventata più organica, grazie all’attuazione del protocollo di intesa tra
l’ANPI e il MIUR, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Scolastico Regionale spesso
stimolato ad agire dalla Presidenza del Consiglio Regionale delle Marche e dal tavolo
operativo per l’attuazione della Legge Regionale n° 15/13.
Inoltre dall’anno scolastico
2018/2019 siamo accreditati come ente formatore per i docenti presso l’Ufficio
Scolastico Regionale con il progetto “44
e dintorni”. Questo corso di formazione è un’ulteriore occasione per potenziare
il lavoro fatto con e verso le scuole, rivolgendo una particolare attenzione
alla formazione degli/delle insegnanti.
Molto positive sono anche le
collaborazioni con le Biblioteche,
che oltre ad essere una miniera di informazioni, spesso sono il luogo in cui
organizzare presentazioni di libri e incontri di approfondimento.
Una particolare attenzione
dovrà essere dedicata alle attività
teatrali, molto diffuse nella nostra provincia e che mettono in scena
spettacoli con temi della Resistenza e della Costituzione. Molto importanti e
proficui sono stati gli spettacoli messi in scena nelle varie edizioni del “festival del teatro della scuola” di
Serra San Quirico dove l’obiettivo dell’educazione alla teatralità nelle scuole
non è di formare attori ma esseri umani.
Per gli studenti,
attualmente, sono in corso numerosi progetti come “La Costituzione la Nostra
casa” (scuola primaria), “L’albero della memoria” (scuola primaria) e “Vivere
la Costituzione” (scuola secondaria di Primo grado).
Riteniamo molto utile
attivare laboratori di storia con incontri all'interno delle classi e a gruppi
dove i ragazzi ricerchino le problematiche legate alla storia recente e le loro
implicazioni.
Riteniamo molto importante,
inoltre, proseguire l’attività del Corso
di Formazione politico culturale per i dirigenti, gli iscritti e per tutti
i simpatizzanti della nostra associazione.
Particolare attenzione poi dovrà essere ancora una volta dedicata
all’utilizzo dei social network, che sta creando problemi fra i giovani sempre
più connessi e isolati, ma soprattutto sta cambiando il modo di relazionarci
con gli altri e di far politica. Tutto si riduce troppo spesso solo a slogan,
attacchi personali, messaggi falsi, con un linguaggio di basso livello; vengono
a mancare qualsiasi approfondimento e conoscenza dei problemi. Saper
controllare i social e costruire una fitta rete di followers permette di
diffondere messaggi, o di parlare alla gente senza un contraddittorio, spesso
puntando sull’insicurezza e fomentando le paure. Si tratterà, anche per noi,
quindi, di misurarci maggiormente con modalità espressive e linguaggi diversi,
al fine di contrastare derive involutive.
Rapporti
con le Amministrazioni Locali
I rapporti con le
Amministrazioni locali purtroppo non sono uniformi e ugualmente proficui in
tutto il territorio provinciale. Si hanno realtà in cui per storia identitaria
e fedeltà agli ideali della Costituzione Repubblicana, gli obiettivi e le
proposte sono comuni, comunque allineate su posizioni progressiste, in altre si
hanno posizioni antitetiche e scelte inopportune verso temi per noi
imprescindibili. In alcune occasioni le nostre iniziative sono disertate dai
rappresentanti dei Comuni, segnale evidente della non comprensione della ricchezza
di risorse che la nostra Associazione può offrire alla comunità che così
rischia di essere dispersa nonostante l’investimento di tante energie.
Ci preoccupa in maniera
particolare il tentativo di modifica dello Statuto del Comune di Jesi che va a
incidere sui principi fondamentali e cancella la parte che fa riferimento
all'antifascismo e alla Resistenza. La nostra richiesta a tutte le
Amministrazioni Locali è quella di arricchire gli Statuti dei Comuni con l’integrazione
di ulteriori valori che rimandino ai principi fondamentali della Costituzione
Le politiche culturali adottate da alcuni Comuni hanno contribuito a portare
a quella “smemoratezza patteggiata”,
alla “comunione nella dimenticanza” di cui parla Sergio Luzzato e
all’indifferenza verso certe tematiche e valori condivisi dall’ANPI.
Purtroppo, anche in una
realtà come la nostra, di consolidate e positive relazioni con le istituzioni
locali (Comuni, Provincia e Regione), nel corso degli anni abbiamo dovuto
registrare una notevole riduzione, in qualche caso la soppressione, sia dei contributi comunali, motivati dalla
compressione delle risorse degli Enti locali, sia di quelli regionali, pure
previsti dalla nostra legislazione a sostegno delle iniziative di diffusione
della memoria e per l'affermazione dei valori della Resistenza,
dell'Antifascismo e dei principi della Costituzione Repubblicana.
E’ evidente che questo
fattore ha limitato gli spazi della nostra attività, ma nonostante ciò sono
state più di duecento le iniziative promosse in tutta la nostra provincia ogni
anno, sia in occasione delle ricorrenze nazionali ma anche per celebrare i
Caduti locali, gli eccidi e anche per trattare i temi dell’attualità e della
pace.
Bisognerà, comunque,
continuare a proporre alle nostre istituzioni locali nuovi progetti e percorsi
di conoscenza rivolti ai giovani che hanno bisogno di avvicinarsi e scoprire la
storia della Resistenza, i suoi luoghi e quelli delle sofferenze e delle
tragedie dei campi di concentramento.
Utile iniziativa per la
Provincia di Ancona, ma da estendere anche a tutta la Regione, è il tentativo
di stipulare un patto unitario di intenti con il’ANCI da attuare poi in tutti i Comuni, al fine di salvaguardare
idealità e pratiche finora condivise nell’organizzazione delle Celebrazioni e
degli eventi.
Oggi, fortunatamente, da
parte di alcune istituzioni stiamo registrando un risveglio delle ragioni e dei
valori dell’Antifascismo a seguito di diffusi e organizzati episodi
d’intolleranza, di xenofobia, di aggressioni razziali e di vere e proprie
manifestazioni evocative di costumi e simbologie fasciste e naziste.
Non è mai troppo tardi, ma
si tratta di recuperare il tempo che ha lasciato seminare i veleni della
disuguaglianza, delle ingiustizie e alla fin fine delle guerre tra poveri,
mentre le guerre di sterminio imperversano alle nostre porte.
Rapporti
con Partiti, Associazioni, Movimenti
Un punto fondamentale da
concretizzare e sviluppare nell’ambito delle nostra attività è quello delle collaborazioni.
Traendo spunto da quanto sostenuto nel documento del Congresso Nazionale e da
quanto emerge nella nostra realtà territoriale, occorre creare ed ampliare
rapporti costruttivi con tutte le associazioni democratiche e allacciare i
rapporti anche con i movimenti, specialmente se di giovani. Alla base dei
nostri rapporti con altre realtà deve esserci comunque la comune matrice
dell’antifascismo e della Costituzione.
L’ANPI deve rispondere
compatta con voce forte e univoca agli attacchi alla democrazia e ai diritti
umani che ultimamente stanno violando i più importanti principi democratici. A
questo proposito, riportando una citazione dal documento congressuale “…e poi
quando il gioco si fa più duro, maggiori e più unite sono le forze in campo e
più risultati si possono ottenere” Questa affermazione è altrettanto valida se vede
il rafforzamento delle collaborazioni, ampliando e consolidando la platea dei
nostri collaboratori anche per proporre e realizzare insieme tematiche nuove
con metodi e linguaggi più attuali ed efficaci.
Abbiamo sempre detto e
ribadiamo che l’ANPI non è né un partito né un sindacato e non ha governi
“amici”, quindi, non intende invadere ambiti, compiti e responsabilità altrui,
ma il suo discrimine è l’Antifascismo e i valori per cui hanno combattuto i
Partigiani.
Tutta la CGIL si sta
fortemente impegnando sui temi dell’antifascismo e troviamo un’analoga
propensione sia negli altri sindacati come la CISL e la UIL, sia nelle forze
politiche che abbiamo incontrato nei mesi scorsi, ma è necessario intensificare
i rapporti e le relazioni.
Merita un momento di
riflessione il fatto che, periodicamente, da alcuni esponenti politici, sono
arrivate critiche alla nostra Associazione, giustificabili solo nelle occasioni
in cui non siamo stati capaci di divulgare le scelte che sono state fatte. Meno
accettabili, però, sono gli attacchi che ci vengono rivolti da chi non ha mai
preso la tessera, da chi non la rinnova e da chi si crede di avere l’esclusività
del pensiero antifascista. Tanti di questi “leoni da tastiera” non partecipano
poi ai nostri numerosi eventi organizzati con continuità in questi anni, eppure,
se capita, sono velocissimi ad attaccare pubblicamente la nostra Associazione.
Da parte nostra rinnoviamo in ogni caso la disponibilità ad un confronto leale
e proficuo da cui si può uscire di certo più arricchiti.
Risultano invece proficui e
consolidati i rapporti con l’Arci, Libera, Emergency, Amensty International,
Gulliver, Avis, Pro Loco, Italia Cuba, Istituto Gramsci Marche, Associazione
Mazziniana, Fondazione Pertini, Centro Studi Calamadrei, SNOQ, Rete degli
studenti medi, Movimento Agende Rosse, ATGTP, Bottega del Commercio Equo e
Solidale, Gus. Numerosi ulteriori contatti sono tenuti dalle nostre Sezioni nei
vari Comuni.
Radicamento
sul territorio – apertura sedi – Collaborazione tra sezioni
L’ANPI, per la sua identità
e nella sua autonomia, continuerà a svolgere il suo ruolo d’intransigente
difesa dei valori e dei principi fondamentali della nostra Costituzione
richiamando ad essi le Istituzioni tutte e gli organi dello Stato preposti e
presidiando il territorio con un’attiva e costante presenza fatta di
iniziative, volantinaggi, banchetti.
Sarà necessario concentrare
la nostra attenzione e la nostra attività sul radicamento territoriale,
valorizzando, rafforzando ed estendendo anche il rapporto sia con altri
soggetti associativi con cui da tempo è avviata una proficua collaborazione,
sia con le associazioni di rappresentanza delle comunità straniere presenti nel
nostro territorio.
In tanti dei nostri Comuni,
anche se con estrema fatica, siamo riusciti ad ottenere delle sedi che devono diventare un centro di
promozione di una politica antifascista e un punto di riferimento per i
cittadini che condividono questi valori.
Per rendere attiva la
partecipazione è necessario rendere effettiva la collaborazione, non solo con
associazioni e movimenti, ma anche tra sezioni ANPI per
determinare più incidenza sul territorio. E’ fondamentale che si crei una rete
tra sezioni, soprattutto a livello provinciale e regionale, ma ovviamente
l’interesse è esteso a tutto il territorio nazionale. Purtroppo, a livello
locale questa rete non c’è o si realizza solo occasionalmente e debolmente,
invece riteniamo opportuno rinsaldare i legami e il confronto su idee e
iniziative tra sezioni con modalità che andranno discusse e concordate in sede
provinciale. Il ruolo del provinciale in
questo caso è determinante, perché è l’organo che coordina e conosce tutte le
sezioni del territorio provinciale ed è il solo che può creare le condizioni
affinché le singole sezioni interagiscano tra loro.
I temi da affrontare sono
molteplici e in continua evoluzione: per questo occorre essere uniti e compatti
e soprattutto in tanti per fronteggiare le nuove sfide politiche e sociali che
quotidianamente mettono alla prova la tenuta democratica del nostro Paese e la
difesa e il rispetto della Costituzione.
Abbiamo esempi concreti, a
questo proposito, di iniziative che hanno avuto un positivo riscontro proprio
per come sono state realizzate e organizzate, quindi riteniamo opportuno dare
ripetibilità ad eventi che hanno avuto successo in un singolo territorio,
replicandolo in altre sezioni ANPI dislocate in città diverse. Questo è
possibile se la rete è forte e c’è una costante comunicazione all’interno dei
suoi componenti.
L'ANPI è legata al
territorio e la nostra presenza, proprio in un territorio "fragile",
ci impone di riempirla di significato andando a valorizzare questi luoghi,
arricchendoli di eventi-incontri-concerti-momenti di riflessione per attirare
la presenza di un mondo che in questo momento viene emarginato o dimenticato,
soprattutto il mondo giovanile.
Nelle attività è giusto che
l'ANPI ricordi, con le corone, i cippi e i suoi monumenti come Memoria, ma deve
essere una Memoria attiva, con una presenza più forte, aprendosi al territorio
dove ha la sua sede cittadina, aprendosi ai giovani con iniziative mirate come
l’apertura della biblioteca della sede ANPI alle scuole del territorio, o con
l’attivazione di un prestito librario con le scuole.
L’associazione:
tesseramento - partecipazione - questione economica
In questi ultimi anni
l’Associazione ha avuto una profonda trasformazione per l’inevitabile cambio
generazionale che ormai ha modificato quasi per intero la sua base associativa,
ma il senso di appartenenza che ispira gran parte delle nostre adesioni solo
raramente e saltuariamente si traduce in una militanza costante e attiva.
Aver scelto, ormai più di
dieci anni fa, l’apertura dell’Associazione agli antifascisti e alle
antifasciste, ha consentito un graduale e progressivo cambiamento dei suoi
gruppi dirigenti e l’ingresso di un numero non indifferente di giovani, ma è
questo un percorso che va ulteriormente coltivato e sostenuto potenziando
l’attività di presenza e di formazione con e nelle scuole, nelle università e
consolidando i rapporti con associazioni in cui è più marcata la presenza dei
giovani.
Quello che purtroppo si
lamenta, è la mancanza di partecipazione attiva dei soci nelle decisioni da
prendere, nell’organizzazione e nella realizzazione degli eventi.
Altro aspetto negativo, la ancora
scarsa presenza dei giovani nell’Associazione. Purtroppo tra i ragazzi, oggi,
l’antifascismo non è più percepito come valore condiviso; in alcune realtà, anzi, essere fascisti è diventata quasi una
moda. Gruppi studenteschi e movimenti neofascisti sanno conquistare i giovani
che non hanno anticorpi antifascisti, incitano alla violenza sui deboli, sui
diversi e si insinuano in scuole e università. Per questo riteniamo prioritario
lavorare nelle scuole e con le scuole, approfondire temi quali razzismo,
libertà, giustizia, onestà, legalità, democrazia, far conoscere bene i principi
della nostra Costituzione.
Il tesseramento in provincia
di Ancona ha visto una lieve flessione nel 2017 e una considerevole ripresa nel
2018. Il numero degli iscritti si attesta sulle 1250 unità, con la tendenza ad aumentare.
Ma ancona non siamo in grado di essere presenti con nostri soci su tutti i
Comuni della nostra provincia.
Sapendo di poter contare
esclusivamente sul generoso impegno del nostro volontariato, ci aspettano mesi
impegnativi e dobbiamo chiederci se la nostra organizzazione è pronta e
attrezzata, se la nostra attività è adeguata per il tempo che abbiamo di
fronte.
E’ fondamentale investire
nel tesseramento sia per la crescita dell’organizzazione, per la sua diffusione
e il radicamento territoriale, sia per l’acquisizione di quelle risorse
finanziarie indispensabili a garantire attività e autonomia, tanto più nel
mutato scenario politico e istituzionale.
Va tenuto presente che se da
una parte, il tesseramento segnala la richiesta di adesione come fatto
importante, momento di appartenenza a valori imprescindibili, dall'altra, in
genere, non produce una partecipazione attiva degli aderenti; la presenza dei
soci è visibile solo in alcune manifestazioni o eventi, l’entusiasmo iniziale
raramente si trasforma in militanza. Anche la presenza dei giovani stenta ad
emergere, e a volte rischia di essere una presenza formale. L'Associazione
dovrebbe poter contare sulla presenza dei giovani in modo costante ed assiduo. Per
questo dobbiamo cercare contatti frequenti con il mondo giovanile, ponendoci
principalmente in ascolto del loro modo di dialogare e comunicare.
La conferenza di
organizzazione sarà anche l’occasione per formalizzare il coordinamento delle donne dell’Anpi della Provincia di Ancona.
Per quanto riguarda la comunicazione è necessario migliorare
la diffusione delle notizie e degli eventi sia all’interno della nostra
associazione, sia verso i nostri simpatizzanti. Da migliorare sicuramente resta
il rapporto con la nostra rivista nazionale Patria Indipendete in modo da interagire più costantemente e
proficuamente. Vanno potenziate inoltre le nostre mail list e la sinergia
nell’utilizzo delle pagine social del Comitato Provinciale e delle Sezioni.
Dal punto di vista economico gli ultimi due anni hanno visto la
chiusura del bilancio provinciale consultivo in attivo, ma persiste la forte
difficoltà a reperire fondi e risorse per finanziare l’attività
dell’Associazione.
Resta ancora da pagare una
parte del debito con l’ANPI Nazionale, anche se l’importo è stato significativamente
ridotto.
Sarebbe utile attivare un gruppo di lavoro che si occupi insieme
al tesoriere provinciale e ai tesorieri delle sezioni di reperire i fondi per
tutta l’Associazione, sia nelle modalità tradizionali del tesseramento e delle
sottoscrizioni ma anche individuando nuove forme come il crowfounding, la
realizzazione di gadget o pubblicazioni. Tale gruppo di lavoro, inoltre,
potrebbe essere da supporto alle sezioni per compilare i bilanci e preparare la
rendicontazione per la Regione Marche che ogni anno è necessario presentare.
Si tratta inoltre di
affrontare il tema delle risorse necessarie all’apertura della sede provinciale
attualmente coperte dalla sezione di Ancona.
E’ ancora in corso l’inventario patrimoniale e di tutte le
pubblicazioni di cui dispone il Comitato Provinciale dell’ANPI di Ancona.
Inoltre un’ulteriore
impellenza è quella di eleggere la Commissione di garanzia, dato che nello
scorso congresso non era stato fatto.
Forum
permanente tra le Associazioni Antifasciste e partigiane e gli istituti di
storia presenti ed operanti nelle citta’ adriatiche e ioniche
Il Forum ha lo scopo di
costruire e sviluppare la cultura dell’antifascismo, della democrazia e della
pace tra le genti, in primo luogo tra le nuove generazioni che abitano il
bacino adriatico-ionio. Tale compito diventa particolarmente importante oggi
alla luce del complesso quadro Europeo già trattato prima.
Il Forum antifascista,
purtroppo, non si riunisce da numerosi mesi e per questo abbiamo sollecitato
più volte la richiesta della convocazione almeno dei soci fondatori Italiani
per fare il punto della situazione e valutare la composizione di nuovi progetti
e il reperimento dei finanziamenti necessari.
L’importante convegno
internazionale “Essere antifascisti oggi in Europa” ha dato l’occasione per
riattivare alcuni dei contatti del Forum Antifascista, dal documento finale
delle due giornate di incontro è ben evidente la necessità di riprendere
l’attività di relazioni con costanza anche attraverso nuove forme di incontro,non
solo in vista delle Elezioni Europee, ma come strumento per rispondere ai nuovi
fascismi di tutta Europa.
Per questo motivo riteniamo
opportuno valutare la costituzione di un nostro gruppo di lavoro che
ricostruisca l’attività svolta al fine di riprendere il dialogo con le
Associazioni fondatrici, e riavviare le attività.
Istituto
di Storia
L'Istituto regionale per la
storia del movimento di liberazione nelle Marche (Istituto Storia Marche) è un
centro studi di Storia contemporanea costituito ad Ancona nel 1970 e associato
all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.
Purtroppo negli ultimi due
anni i rapporti con l’Istituto di Storia si sono limitati al reciproco scambio
di inviti agli eventi ed è venuta a mancare la fattiva collaborazione che aveva
caratterizzato gli anni precedenti, che si rende necessario riattivare.
Istituto
Cervi
In Provincia di Ancona
attualmente si sono ridotti a 6 i Comuni (Arcevia, Camerata Picena,
Chiaravalle, Montecarotto, Montemarciano, Senigallia) che aderiscono
all’Istituto Cervi.
Nel settembre 2017 la Giunta
del Comune di Jesi ha deliberato il recesso dall'Istituto Cervi a cui aveva
aderito nel 2006. Oltre al netto messaggio
politico, vista l'importanza che l'Istituto Cervi ricopre nel panorama
culturale del nostro Paese, correlato alla memoria storica del secondo
dopoguerra e alla valorizzazione della Resistenza, tutti valori affini alla
storia di Jesi, è stato evidente l’
intento di minare l'unità fra le Associazioni locali in considerazione del
fatto che il Comune ha trasferito le risorse per l’adesione al Cervi alla
Consulta per la Pace. L’ ANPI, in collaborazione con le altre voci
dell’antifascismo, ha provato a scongiurare questa decisione: in accordo con il
nostro Coordinatore Regionale è stato chiesto alle forze politiche di
opposizione del Consiglio Comunale di Jesi di portare la questione in Consiglio
Comunale, ma neppure ulteriori incontri con l’ANPI provinciale e regionale
hanno portato l’Amministrazione a
riconsiderare la scelta.
A partire dalla provincia di
Ancona e dai Comuni aderenti, vanno riprese le iniziative e le collaborazioni
con l’Istituto Cervi sia con la riproposizione delle “pastasciutte antifasciste”
sia con l’organizzazione di eventi, iniziative e collaborazioni.
Musei
della Resistenza
Vanno riattivate le
collaborazioni con i Musei della provincia di Ancona in particolar modo con il
Museo della Resistenza di Falconara e con quello di Offagna.
Eventi
provinciali
Gli ultimi due anni hanno
visto consolidarsi quattro eventi a grande partecipazione e di grande rilevanza
per la nostra provincia: si tratta del Treno
della memoria (Anpi Marche), delle “Pastasciutta antifascista”, del Premio Nazionale ANPI Fabrizi e “Scriviamo la Liberazione”
Il Premio Nazionale Fabrizi,
giunto alla sua quindicesima edizione, merita particolarmente attenzione perché
si tratta di un’iniziativa di tipo culturale di valore nazionale. Le
personalità da premiare sono concordate dalla Sezione Anpi di Osimo, con il
Comitato Provinciale dell’Anpi di Ancona e con la Segreteria nazionale.
Nell’ultima edizione, considerato il rilievo dell’evento, è emersa
l’opportunità di procedere alla istituzione di un comitato scientifico, a
supporto dell’organizzazione, che si occupi della formulazione delle proposte
meritevoli di premiazione.
“Scriviamo la Liberazione” giunge
quest'anno alla quattordicesima edizione. Fin dall'inizio ha avuto sempre un
grande e sorprendente successo. La scrittura cooperativa è la somma virtuosa e
qualitativa delle scritture individuali ed è in grado di comunicare
efficacemente – intorno ad argomenti di comune interesse – un forte senso di
appartenenza e riconoscimento: in questo caso, a partire da materiali di
documentazione storica e attraverso le testimonianze, le riflessioni, le
interpretazioni e i sogni dei presenti, si potrà giungere ad una narrazione
condivisa che restituisce la pienezza e il calore dei significati attribuiti al
luogo (Memoriale dell'Eccidio di Monte
Sant'Angelo) e alla ricorrenza.(la festa nazionale della Liberazione), oltre le
ritualità e le formalità.
L’insieme di tali eventi deve
entrare a far parte del calendario di tutta l’organizzazione, appuntamenti fissi
per i quali l’Associazione deve lavorare congiuntamente per la loro promozione
e come occasione di promozione dell ‘ANPI.
Obiettivi
Per questo l’ANPI dovrà
sempre più coniugare l’azione volta a salvaguardia della Memoria con i temi
dell’oggi che richiamano in primo luogo il bisogno di una piena attuazione dei
principi di giustizia, uguaglianza, libertà e democrazia, alla base della
nostra Costituzione.
In particolare, riteniamo
che vada richiamata una seria attuazione, e non certo l’abrogazione auspicata
dal ministro Fontana, delle leggi Scelba e Mancino che, nel nostro ordinamento,
in attuazione della Costituzione, vietano non solo la ricostituzione del
partito fascista, ma sanzionano anche l'utilizzo delle sue simbologie, così
come condannano gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista,
aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi
razziali, etnici, religiosi o nazionali.
A tal fine, insieme alle
importanti iniziative dei Comuni, assunte su sollecitazione dell’ANPI,
ampiamente diffuse nella nostra realtà, che hanno vietato la concessione di
spazi pubblici a soggetti che più o meno esplicitamente si richiamano a tali
ideologie, a fronte di palesi violazioni in luoghi pubblici di queste
disposizioni, è necessaria una più puntuale azione di controllo e d’intervento
da parte degli organi preposti (Prefetture, Polizia distato, Vigili Urbani,
etc.).
Questo anche per quanto
riguarda la diffusione d’iniziative cosiddette di “sorveglianza” del territorio”,
va sottolineato con chiarezza che le ronde contro gli immigrati, gli ambulanti,
le prostitute, i parcheggiatori abusivi sono illegali perché violano quanto
previsto dalla legge in merito alla pubblica sicurezza.
Le imminenti Elezioni
europee saranno l’occasione, anche nei nostri territori per organizzare
incontri in cui approfondire il tema dell’UE e chiedere una profonda svolta di
politica economica e sociale che ponga al centro il lavoro e un nuovo welfare,
affinché l'Europa torni ai suoi valori fondativi, in primo luogo
l'antifascismo, e rilanci in chiave attuale i principi costitutivi, a
cominciare dai diritti umani. Occorre, in concreto, una politica comune che
incentivi il lavoro e gli investimenti, contrasti la disoccupazione e la
povertà, redistribuisca il reddito, ricostruisca il welfare e contrasti senza
quartiere ogni forma di discriminazione razziale e xenofoba, di fascismo e
neofascismo, di nazionalismo, di oscurantismo.
I problemi da affrontare
oggi richiedono sempre di più uno sforzo comune per far fronte alle sfide che
la società e la politica ci pongono, per tenere alta l’attenzione sui diritti
umani e sul rispetto delle persone, per incentivare il dialogo, la
collaborazione, la solidarietà, per costruire una società più giusta, un mondo
migliore per tutti. Occorre poi l'intransigente opposizione a qualsiasi forma
di negazionismo: della Shoah, del Porajmos e di tutti gli stermini nei lager di
slavi, omosessuali, prigionieri politici, testimoni di Geova, Pentecostali,
prigionieri di guerra, mulatti, disabili, malati di mente.
Citando Carlo Smuraglia: “Un
Paese che ha subito più di vent’anni di dittatura , con tutto quel che segue,
dovrebbe essere profondamente antifascista, E tale è l’indirizzo complessivo
della nostra Carta Costituzionale. Non è così. C’è dunque ancora molto da fare
per ottenere che tutti sappiano cosa è stato il fascismo, che cosa è stata la
Resistenza e perché non è possibile vedere ancora in azione movimenti che si
ispirano al fascismo. A questo impegno bisogna aggiungere quello perché lo
Stato diventi realmente democratico e antifascista; un’azione che va condotta
con insistenza, fermezza, con gli organi dello Stato, con i Sindaci, con i
Presidenti di Regione, con tutto l’apparato pubblico”.
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