17°
CONGRESSO PROVINCIALE ANPI ANCONA
Buongiorno,
benvenute e benvenuti al 17°
Congresso dell’Anpi provinciale di Ancona. Vi ringrazio di essere presenti
Un ringraziamento
particolare lo rivolgo alle nostre e ai nostri ospiti, per aver accolto l’invito
a portare il loro saluto.
Saluto e ringrazio il compagno
VINCENZO CALO’, della Segreteria
Nazionale dell’ANPI, che concluderà con il suo intervento i nostri lavori.
Con emozione il mio pensiero
va a tutte le Partigiane e a tutti i Partigiani che “in una sorta di staffetta”
ci hanno affidato la bandiera dell’Anpi, che dobbiamo continuare a sventolare
ben alta, con gratitudine e responsabilità, impegnandoci con la militanza
antifascista e democratica e nella difesa e attuazione della Costituzione. Consentitemi
un pensiero alla nostra Carla Nespolo e a David Sassoli che ci
hanno lasciato troppo prematuramente.
“Va dove ti porta la Costituzione” è il titolo che abbiamo scelto
per sintetizzare, in una frase, il documento “per una nuova fase della lotta democratica e antifascista”, che
traccia le linee guida per il futuro dell’associazione, partendo dal rapporto
unitario e dal confronto con le altre forze democratiche, dalla stretta
relazione col mondo dell’associazionismo, alle indispensabili relazioni con
tutte le istituzioni.
Viviamo una fase storica
nuova, complicatissima, caratterizzata dalla depressione e dalla sfiducia dei
cittadini, dalla crisi della politica e dei partiti, dall’affievolirsi della
socialità e della partecipazione popolare, dalle spinte populiste
caratterizzate dal disprezzo delle istituzioni.
L’Anpi, con questo congresso,
ridisegna la sua funzione confidando nell’impegno delle giovani generazioni e
delle donne come forze portatrici di rinnovamento e di nuove energie
democratiche, indispensabili per ripartire. Il nostro obiettivo è molto
ambizioso: cambiare l’Italia: dalla
crisi alla rinascita.
Siamo ancora travolti dalla
pandemia, che negli ultimi due anni ha incrementato la crisi economica, sociale
e del lavoro, che già attanagliava l’Italia, mettendo in luce diseguaglianze e
ingiustizie diventate insanabili senza un intervento collettivo.
La nostra “visione del futuro” mette al centro
della nostra azione politica le persone, il lavoro, la società, i beni comuni,
attorno ai pilastri della Costituzione: la libertà, l’eguaglianza, la
democrazia, la solidarietà e la pace, con
la consapevolezza che da soli non possiamo fare nulla di incisivo per il Paese.
Per questo abbiamo lanciato la proposta, su cui stiamo lavorando da più di un
anno, insieme alle altre organizzazioni, di “una grande alleanza democratica e antifascista” - “Uniamoci per salvare l’Italia” che ha
allargato le adesioni di “Mai più
fascismi e mai più razzismi”
Se guardiamo il mondo con
gli occhi dell’Anpi, ci accorgiamo che ci sono fattori globali che ci legano a tutti gli altri Paesi, come i cambiamenti climatici, la crisi dell’ONU, la rivoluzione digitale le migrazioni. La pandemia non ci ha
migliorati come tanti di noi speravano. Le questioni internazionali sono state
messe in secondo piano, con egoismo, dai singoli Paesi. I vaccini hanno ancora
brevetti che ne impediscono la diffusione nelle popolazioni più povere.
Da due anni non si combatte
solo una guerra contro la pandemia: secondo i dati raccolti dall'Armed Conflict
Location tra il 2020 e il 2021 ci sono stati quasi 100.000 tra scontri, guerre
e violenze di vario genere nel mondo. Tanti di questi conflitti hanno infiltrazioni
di neofascisti e neonazisti; ad esempio, negli Stati Uniti, più della metà
delle azioni terroristiche sono state organizzate da gruppi razzisti e di
estrema destra (più degli attentati dei terroristi islamici), che si sono anche
infiltrati dentro polizia e nelle forze armate, arrivando a minacciare la
democrazia con l’assalto a Capitol Hill dello scorso anno.
Internet
ormai è diventato parte integrante della quotidianità di tutti noi; essere
costantemente connessi ci ha fornito, apparentemente, nuove occasioni di
conoscenza, di comunicazione, nuove modalità di fare acquisti e, a volte, di lavorare.
Ma allo stesso tempo paghiamo a caro prezzo il controllo di questi mezzi da
parte di poche multinazionali, che operano al di sopra degli Stati, non pagano
le tasse e sfruttano i lavoratori, consentono la diffusione di fake news,
interferiscono nelle elezioni, offrono ospitalità a formazioni neofasciste,
come ci ha dimostrato lo studio di Giovanni Baldini sulla “galassia nera”, controllano ogni cosa che cerchiamo sui
nostri pc o smartphone, facendo profilazioni, di fatto interferendo e limitando
la nostra libertà.
Il
quadro Europeo non è più roseo! E’ inconcepibile la
proposta della Commissione Europea
di reintrodurre l’energia atomica tra le fonti sostenibili, come la scelta di
non abolire il fiscal compact, proseguendo la politica economica incardinata
sul principio dell'austerità, che ha causato la crescita delle
povertà e la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, contrapponendo
i popoli e le nazioni. Nel Parlamento Europeo
trovano spazio forze politiche di ispirazione xenofoba e razzista, che
attraverso la risoluzione del 19/9/19 che
equipara nazismo e comunismo, hanno allontanato l’Europa dai valori fondati
sull’antifascismo della carta di Ventotene, in cui l’Europa aveva un ruolo di
attore di pace nel mondo.
Ha fatto molto bene l’Anpi, in
questi mesi, a intensificare le relazioni con le organizzazioni antifasciste
internazionali, con la FIR, e auspico
che si possano trovare le risorse per riattivare il Forum permanente tra le Associazioni Antifasciste e partigiane e gli
istituti di storia nelle citta adriatiche e ioniche.
L’ultimo “rapporto annuale sulla situazione dei
diritti umani nel mondo” di Amnesty International denuncia che con la
pandemia sono aumentate le diseguaglianze e le discriminazioni, anche a causa
di politiche di sanita’ pubblica colpevolmente inadeguate, con l’introduzione
da parte di molti governi di leggi repressive in violazione dei diritti umani.
Sono state colpite le popolazioni civili nei conflitti, le minoranze etniche, le
donne, i dissidenti, come in un qualunque anno pre-pandemia.
Dalle proteste pubbliche, nate
spontaneamente in tanti paesi, sono nati movimenti internazionali guidati da
giovani e donne, come “Black Lives
Matter” “#MeToo” e “Friday for future”, attivi anche in Italia, dove i dati del “Rapporto 2021 su povertà ed esclusione
sociale” della Caritas certificano la crescita della quota di poveri
cronici, con situazioni di forte vulnerabilità culturale e sociale, che
impedisce ogni possibilità di riscattare la qualità di vita. Spaventa il
rapporto del Censis: per il 5,9%
degli italiani il Covid non esiste. E per il 5,8% la Terra è piatta. L’ignoranza
e la povertà di tante famiglie aggravate dall’inflazione, e dal costo
esorbitante di elettricità e gas, vanno a colpire inevitabilmente i minori e di
conseguenza cresce il disagio giovanile,
con fenomeni di violenza e di bullismo
e con l’incapacità delle istituzioni, ma anche delle famiglie, di intervenire.
Nel 2021 in Italia sono
state uccise 116 donne di cui 100 in
ambito familiare o affettivo; sono insufficienti le azioni concrete per difendere
le donne dalla violenza, e mancano progetti di educazione degli uomini per
prevenirle.
La crisi della politica italiana si rispecchia nell’inaffidabilità
delle maggioranze che si sono succedute nel Parlamento, con la superficialità con
cui è stato fatto cadere il secondo Governo Conte nel pieno della pandemia, con
l’affossamento del DDL Zan, con il mancato scioglimento delle formazioni
neofascite.
La nostra mobilitazione nei
referendum aveva contribuito a salvare la Costituzione nel 2006 e nel 2016,
purtroppo, non è stata sufficiente nel 2020 per evitare la riduzione del numero
dei parlamentari, o per impedire l’introduzione del pareggio di bilancio. Ci
preoccupano molto l’assenza di una legge elettorale proporzionale e con l’indicazione
delle preferenze, i tentativi di modifica dei principi
fondamentali della Costituzione, il Presidenzialismo, “l’autonomia differenziata”.
Rilancio ancora una volta la proposta di riaprire un dibattito sul ruolo delle Province, e la necessità di incontrare
e dialogare con i tanti cittadini che hanno sottoscritto i referendum per la legalizzazione della cannabis e per l’eutanasia
legale.
L’imminente elezione del Presidente della Repubblica,
che prenderà avvio il prossimo 24 gennaio, ci fa vivere momenti di grande
sconforto, con la sinistra e i 5 stelle senza una proposta comune e con la
destra che rivendica un “Patriota” al Quirinale e solo immaginare la
candidatura di Silvio Berlusconi con la sua raccapricciante storia politica e
personale ci fa venire la pelle d’oca.
Il tema più urgente da
affrontare resta il lavoro: prima il
job acts e ora lo sblocco dei licenziamenti da parte del Governo Draghi lo hanno
reso sempre più precario, malpagato e insicuro. Le Marche sono una delle
regioni più colpite dalla crisi con migliaia di posti di lavoro persi, con poche
nuove assunzioni precarie e con ben
15000 infortuni nel 2021 di cui 30 mortali. Attualmente sono più di 70 i tavoli di crisi
aperti al MISE, abbiamo perso il conto del numero delle vertenze della nostra
provincia come quella dell’Elica a Fabriano, della Caterpillar a Jesi, del Carrefour
a Camerano e di decine di altre aziende.
L’Anpi è vicina e solidale con
le lavoratrici e i lavoratori in lotta per difendere il posto di lavoro, la
sicurezza dagli infortuni, e una paga dignitosa.
Con il PNRR arriveranno ingenti somme destinate dal Governo alla digitalizzazione,
alla transizione ecologica, alle infrastrutture, all’istruzione e alla ricerca,
all’inclusione e coesione e alla salute.
Con questi fondi è possibile
mettere in sicurezza il nostro paese affrontando le storiche criticità: il dissesto
idreogeologico, gli adeguamenti antisismici, l’edilizia popolare, la riforma
della giustizia, l’evasione fiscale, la corruzione, la questione meridionale, le
infiltrazioni malavitose, la creazione di posti di lavoro.
L’Università e la Scuola sono
state trasformate in aziende, più attente ai bilanci che alle esigenze degli
studenti. Nonostante abbiamo in regione alcune delle migliori università
Italiane con cui collaboriamo molto proficuamente, tanti neolaureati sono
costretti ad abbandonare le Marche per andare in cerca di un’occupazione
adeguata in altre regioni o addirittura all’estero. I costanti rapporti con i Dirigenti
e gli insegnanti delle scuole primarie e
secondarie ci hanno consentito di attuare il protocollo Anpi - Miur e stiamo lavorando all’offerta formativa dell’Anpi Marche “coltivare
la memoria per difendere la democrazia” inviato all’Usr Marche dopo le note
vicende nazionali che hanno visto protagonista il Direttore dell’Usr Marche negli
scorsi mesi.
Il Comitato Nazionale ANPI ha
aderito all'appello dei premi Nobel
per la riduzione delle spese militari del 2% ogni anno per cinque anni. A
livello locale il nostro contributo nella diffusione della cultura della pace è concretizzato nelle proficue
collaborazioni con l’Università della
pace, e intensificando le attività che svolgono sui territori la Consulta
per la Pace di Jesi, la Scuola di Pace di Senigallia, la Scuola di pace di
Arcevia, la Biblioteca di Pace di Monsano e continuando a partecipare
alla marcia della pace Perugia Assisi.
L’Anpi
della provincia di Ancona gode di buona salute, siamo passati dai
1167 soci del 2016, ai 1330 del 2020 con un picco di 1440 del 2019. Nonostante
l’attività delle nostre 18 sezioni non sia uniforme su tutto il territorio, da
luglio 2016 ad oggi siamo stati protagonisti di quasi 1000 eventi. Non si è
trattato solo delle “deposizioni delle corone”, ma rivendichiamo di
aver avuto un ruolo politico, civile, sociale e morale, che le istituzioni, le
scuole e le altre organizzazioni ci riconoscono.
I rapporti con le Amministrazioni locali, purtroppo, non sono
uniformi e proficui allo stesso modo, ma questo non ci ha impedito ne’ di organizzare
convegni, manifestazioni, concerti, abbiamo anche un Canzoniere dell’Anpi, le “Pastasciutte
Antifasciste”, il Premio Nazionale Fabrizi, il Concorso Letterario “Bruna
Betti”, ne’ di farci trovare presenti nelle situazioni di emergenza, come l’assalto
fascista a Roma, alla sede della Cgil nazionale o il ritrovamento della
bottiglia incendiaria davanti la sede della Cgil di Jesi. Abbiamo dato il nostro
contributo sul racconto delle foibe, partecipato ai “pride”, ci siamo battuti
contro la tortura, per la liberazione di patrik Zaki, per ottenere la verità
sull’uccisione di Giulio Regeni e per i diritti dei detenuti.
Rilancio la proposta di
tentare di stipulare un accordo con l’ANCI,
da applicare in tutti i Comuni, per salvaguardare idealità e pratiche finora
condivise nell’organizzazione delle Celebrazioni e degli eventi a partire dal
25 aprile.
I rapporti con la Regione sono più complicati! Non siamo
stati ascoltati quando denunciavamo il malcontento dei cittadini per le nefaste
scelte politiche in campo sanitario, per la mancata ricostruzione nelle zone
terremotate, per lo spopolamento delle zone montane, per l’inadeguatezza delle
infrastrutture stradali. La sconfitta del centrosinistra nelle elezioni
regionali del 2020 è stata inevitabile!
Facciamo fatica a veder
attuate le leggi regionali 15/2013, che finanzia le attività della
Regione Marche per l'affermazione dei valori della Resistenza, e la 35/2020, che ha istituito 5 Parchi della memoria storica della
Resistenza che nella nostra provincia abbiamo indicato nel Parco della memoria di Arcevia, parco purtroppo messo subito a
rischio dal piano cave della provincia.
Con “Strade di Liberazione”, lo scorso 25 Aprile abbiamo deposto, con
grande successo di partecipazione popolare, un fiore in tutti i luoghi della
memoria antifascista e della Resistenza della nostra provincia, constatando che
dobbiamo aggiornare e integrare il censimento dei cippi, delle lapidi e dei
monumenti, chiedendo, dove è necessario, di intervenire con la manutenzione o
la realizzazione di nuovi.
Sono tanti i lavori di
ricerca sui fatti e sui protagonisti della Resistenza su cui stanno lavorando
le nostre sezioni, come numerosi sono i lavori pubblicati grazie alle due
attente case editrici Affinità Elettive e Ventura edizioni, di giovani storici come
Luca Lisei, o Marco Servadio, che
proseguono le ricerche di Ruggero Giacomini, Massimo Papini, Marco Severini. E
siamo ben felici che sul memoriale della
resistenza “Noi Partigiani” di Laura
Gnocchi e Gad Lerner ci siano le interviste di Paolo Orlandini e Maria
Cavatassi . Sono in corso i Crowfoundig di Riconoscersi
Partigiani di Chiara Donati e del film I MIEI SETTE PADRI di Adelmo Cervi.
Per potenziare le ricerche dobbiamo
riprendere e consolidare i rapporti con l’Istituto
di Storia Marche, con l’Istituto
Cervi, con i Musei della Resistenza,
con le biblioteche e con l’archivio di stato che sono fonte di
infinite e preziose opportunita’ di ricerca e di iniziative.
Il
congresso è l’occasione per confrontarci e arricchire la nostra
proposta politica, aprirci alle nuove generazioni e lasciare lo spazio alle
donne con organismi dirigenti veramente
paritari. Dobbiamo tenere conto dello stato di salute della nostra
organizzazione che a volte fatica ad
avere un forte senso di appartenenza e una militanza costante ed attiva, cosa
che provoca la stanchezza di parte del gruppo dirigente. Investire nel tesseramento è la migliore strategia sia per incrementare la nostra
autonomia e il radicamento territoriale, sia per l’acquisizione delle risorse finanziarie. Può esserci molto
utile riproporre i coordinamenti di zona
e intensificare le collaborazioni tra le
sezioni, senza far venire meno il ruolo che per Statuto ha il Comitato
provinciale.
I dati del tesseramento
sulla presenza delle donne nell’Anpi
sono confortanti, e credo che i tempi siano maturi per decidere se attivare il coordinamento delle donne provinciale o
proseguire ad organizzare iniziative come
la presentazione di “noi compagne di combattimento”, le marce contro la
violenza da Trecastelli a Corinaldo, le collaborazioni con i centri
antiviolenza.
Il documento congressuale, è stato ampiamente condiviso in tutti i
nostri congressi di sezione; scorrendone le pagine ci abbiamo ritrovato tanti
dei temi affrontati nella Conferenza di
Organizzazione del 2019, dove con il compagno Carlo Ghezzi ci siamo confrontati per metabolizzare e superare i fatti di Macerata dopo l’attentato
terroristico di Traini e i lunghi momenti di tensione che si sono riversati
anche nella provincia di Ancona come in tutta Italia.
Con l’Anpi Marche abbiamo
condiviso il successo della settimana della memoria con le varie edizioni del Treno della memoria alla stazione di
Ancona, le manifestazioni Le Marche plurali e accoglienti, e
quelle in ricordo di “Emmanuel”, l’evento sulla comunicazione e la democrazia
dedicato all’articolo 21 della Costituzione.
Il coordinamento regionale dell’Anpi Marche però ha vissuto anche
momenti di tensione e di diversità di valutazione politiche. Ritengo che sia utile attivare un momento di
confronto regionale per far ripartire con serenità le attività. Personalmente
avrei preferito che si tornasse ai Comitati
Regionali con il congresso regionale e con l’elezione di un presidente
regionale, ma la competenza di questo dibattito è del congresso nazionale
perché riguarda tutta l’Italia.
La presenza dei nostri 3
rappresentati (Claudio, Lorenzo e Tamara) negli organismi nazionali ha prodotto
una maggiore attenzione dell’Anpi Nazionale verso i nostri territori rispetto
al passato. Di grande aiuto è stata la partecipazione
dei dirigenti nazionali, tra cui anche il nostro Presidente Emerito Carlo
Smuraglia nelle assemblee e nelle iniziative locali. Preziosi strumenti di
lavoro sono stati i volumi “Essere Anpi,
Antifascismo Quotidiano e il corso di formazione politico culturale,
la nostra rivista Patria.
La Comunicazione nazionale e locale ha avuto un notevole
miglioramento, ma abbiamo ancora difficoltà a diffondere capillarmente il
materiale che produciamo sui social.
Per quanto riguarda la parte contabile è ancora in corso la
preparazione del bilancio consuntivo del 2021. Sarebbe utile attivare un gruppo di lavoro che supporti il tesoriere
provinciale e i tesorieri delle sezioni, nel di reperire fondi, compilare i
bilanci, preparare la rendicontazione per la regione, attivare crowfounding,
realizzare gadget, produrre un inventario di tutto il materiale archivistico
del provinciale e delle sezioni.
Abbiamo sottoscritto un piano di rientro della durata di
quattro anni con l’Anpi nazionale per restituire gli ultimi 4000 euro di debito
pregresso che avevamo. Dobbiamo però fare attenzione alle spese per la sede
provinciale e regionale che tra telefonia e riscaldamento e spese condominiali
superano i 1500 euro annui.
Concludo la
mia relazione, scusandomi per essere stato troppo lungo, ma le cose da
sintetizzare erano davvero tante, frutto di un grande e faticoso impegno
collettivo di tutte e tutti noi.
Per me è stato un onore
poter condurre i lavori del nostro Comitato provinciale. Voglio ringraziare in
particolare Tamara Ferretti senza il cui prezioso aiuto tutto questo non
sarebbe stato possibile, ma il ringraziamento va a tutta la Segreteria Provinciale,
ai Presidenti delle Sezioni e a tutti i componenti del Comitato Provinciale
uscente.
Motivi di lavoro non mi
consentiranno una ricandidatura alla presidenza del prossimo Comitato
provinciale. L’Anpi è una grande associazione che saprà egregiamente rinnovarsi
e continuare il lungo e faticoso cammino che le Partigiane e i Partigiani hanno
tracciato, siamo consapevoli dell’immensa importanza che ricopre l’associazione
che rappresentiamo e della pesante responsabilità che abbiamo nel conservare,
difendere e tramandare quanto ci hanno donato.
Sono certo che ognuno di noi
farà del suo meglio per proseguire questo bel cammino dell’Anpi.
Buon lavoro a tutte e tutti, w l’Anpi w le Partigiane e i
Partigiani.
16-01-2022
DANIELE FANCELLO